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Pd, eletti capigruppi Delrio e Marcucci. Martina minaccia le dimissioni

Eliana Giusto
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"Ma come ti è saltato in mente di accettare la proposta di fare il capogruppo senza il mio consenso? Il capogruppo è e resta Marcucci, capitooo?". Matteo Renzi è furibondo e urla al telefono con Tommaso Nannicini. Il senatore dem, "ingaggiato" da Maurizio Martina per un ticket alternativo a quello renziano, ribatte: "Ma... Non sapevo, non avevo capito, io...". Così Lorenzo Guerini capisce che bisogna farsi da parte e lasciare il posto a Graziano Delrio per evitare che la battaglia sui capiguppo si trasformi in una una scissione. Leggi anche: Anna Ascani, la renzina fuori controllo: "Noi irrilevanti? No, all'opposizione". Convinta lei... E' quanto riporta Repubblica in un retroscena: se passassero Guerini alla Camera e Marcucci al Senato bisognerebbe poi fare i conti con le dimissioni di Martina: "Se non mi concedete una via d'uscita sono costretto a lasciare l'incarico. Sarei delegittimato". La tensione è alta. Anna Ascani al telefono dice: "Facciamo così, parliamo domani. Lasciamo che passi questa giornata, la situazione si sta complicando". Renzi insiste, vuole Marcucci e Guerini, punto. Martina chiede di sostituire Marcucci con Roberta Pinotti. No. Comincia la conta: 84 deputati su 113, 40 senatori su 55. Martina minaccia di lasciare. La scissione è vicina. "Bisogna cambiare lo schema di gioco, sacrificare me alla Camera per mantenere Marcucci al Senato". E lascia il posto a Delrio. Il passo indietro è l'unico compromesso possibile. Per Renzi va bene così. Ma promosso il ministro con cui è calato il gelo ha evitato dimissioni e scissione e soprattutto è riuscito a tenere occupato Delrio, potenziale sfidante per la segreteria.  

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