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Sergio Mattarella, gira una voce: chi può diventare premier, uno scenario horror

Giulio Bucchi
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Nei Palazzi romani gira una voce: Romano Prodi premier, di nuovo. I boatos valgono fino a un certo punto, perché l'attualità di queste ultime ore rischia di cancellare il tam tam di giorni interi e bruciare in pochi secondi chilometri e chilometri di retroscena. Premessa: il Mortadella andrebbe bene solo nel caso di governo di tregua, coi coinvolgimento del Pd e, gioco forza, di almeno uno tra Lega e Movimento 5 Stelle. Leggi anche: I ladri in casa di Prodi, sconcertati pure loro. Cosa ci trovano dentro Come tutto questo possa convivere, è difficile da immaginare ma se a riportarlo è Giancarlo Mazzuca, ex parlamentare di centrodestra e direttore di quotidiani (oggi commentatore per il Giornale) la voce, di per sé, va presa in tutta la sua gravità. La ratio che ha portato il presidente Sergio Mattarella a vagliare anche la candidatura di Prodi è questa: "L'Italia ha bisogno di avere un rapporto privilegiato con l'Europa - scrive Mazzuca -. Mentre Grillo si è risvegliato rispolverando la crociata sull'uscita dall'euro, dovremmo, piuttosto, non allargare ancora più il vallum con Bruxelles in un momento così delicato per il Belpaese". Insomma, un nome presentabile per gli euroburocrati. 

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