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Matteo Salvini, lo sfogo con i fedelissimi sul veto di Mattarella: "Basta trattare, andiamo al voto"

Gino Coala
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La tensione in casa Lega alla vigilia della convocazione di Giuseppe Conte al Quirinale ha spinto Matteo Salvini a convocare i suoi in via Bellerio a Milano per valutare anche l'ipotesi che, fino a poco prima, sembrava la più remota: il voto anticipato. La prospettiva che Sergio Mattarella possa bocciare un'altra volta la presenza di Paolo Savona nel governo Lega-M5s sarebbe letta dal Carroccio come un affronto impossibile da digerire, al punto da far saltare il tavolo e mettere il Capo dello Stato nelle condizioni di sciogliere le Camere e convocare le elezioni, possibilmente a ottobre. Leggi anche: Salvini, il retroscena che spacca l'alleanza: cosa ha intenzione di fare lunedì, Di Maio trema Quella su Savona, secondo i fedelissimi di Salvini, non è solo una battaglia su un singolo ministero, ma una lotta di principio, quindi: "O si parte - riporta il Messaggero citando ambienti leghisti - o si va alle urne. È finito il momento di trattare". La linea grillina non è così diversa da quella degli alleati, anzi. La prospettiva del voto è stata più volte invocata da Luigi Di Maio, visti anche i dati incoraggianti che sono emersi dagli ultimi sondaggi. Tra grillini e leghisti ci sarebbe anzi una sorta di tacito accordo che prevede per le prossime elezioni un atteggiamento di "desistenza reciproca". E come potrebbe andare lo aveva già evocato Massimo D'Alema ieri in un fuorionda rubato all'assemblea Leu: "Per colpa del veto di Mattarella su Savona, Salvini alle urne rischia di prendere l'80%". Al leghista comunque basterebbe la metà per tornare fra qualche mese al Quirinale in una posizione nettamente più forte.

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