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Denis Verdini, perché Sergio Mattarella va ringraziato: cosa succederà alle prossime elezioni

Gino Coala
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La crisi che sta attraversando l'Italia avrebbe anche un lato comico, ricorda Denis Verdini sul Tempo, se non ci fosse da essere preoccupati davvero. A far ridere è ovviamente la proposta di impeachment contro Sergio Mattarella, a imporre massima serietà sono le minacce di passeggiate e marcette su Roma che non promettono niente di buono. La fortuna, aggiunge l'ex senatore, è avere uno come Mattarella al Quirinale, un uomo che andrebbe solo ringraziato. Leggi anche: Bisignani punta il dito con i "dilettanti al Colle": con chi ce l'ha (e non è Mattarella) Verdini ci tiene a mettere i puntini sulle "i", elencando tutti i buoni motivi per cui la scelta del Capo dello Stato andrebbe solo applaudita. Innanzitutto il presidente della Repubblica non è un notaio e "il presidente del Consiglio incaricato non è un fattorino che porta le missive dei partiti al presidente", quindi non ci sono pacchetti da accettare a tutti i costi. La decisione di Mattarella su Paolo Savona, continua Verdini, è sacrosanta perché "ha ritenuto la scelta si un certo ministro per un ministero strategico come l'Economia incompatibile con gli interessi del Paese". Mattarella non aveva scelta, ha deciso di tutelare i risparmiatori, pilastro di un Paese che, non va dimenticato, ha un debito pubblico impossibile da trascurare. Per questo l'Italia "nell'eurozona è zero. Sono i Paesi creditori a dettare le regole del gioco. Al primo segnale che l'Italia potrebbe davvero uscire dall'uero, ci troveremmo tutti con le spalle al muro". Su quel che accadrà sullo scenario politico, Verdini avverte che dobbiamo "prepararci a vedere altri stravolgimenti... sarà una scelta di campo come nel '48. Allora fu lo scudo dell'Occidente a prevalere sull'ideologia sovietica, e ci salvammo la pelle, oggi lo scudo comunitario appare molto più fragile rispetto alle spinte antieuropee". Il dovere che avranno tutti i partiti alle prossime elezioni sarà almeno di essere chiari: "le carte in tavola devono essere chiare: chi vuole uscire dall'euro ha il dovere di dichiararlo".

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