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Matteo Salvini, il retroscena di Augusto Minzolini: "A cosa ha detto no"

Giulio Bucchi
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Vince stando fermo, Matteo Salvini. Passano le ore, continuano le trattative, e si è fatta di nuovo strada l'idea che alla fine della fiera al leader della Lega interessi solo una cosa: tornare al voto, tra settembre e ottobre. Questo al netto dello stallo che sembrerebbe risolto sul governo con la nomina di Giovanni Tria all'Economia al posto di Paolo Savona (tutto, infatti, resterebbe possibile nel breve-medio termine). Salvini ha tergiversato e preso tempo e poi ha riannodato i fili che lo legano a Luigi Di Maio, in primis far chiudere al Quirinale la finestra di voto del 29 luglio. Lo suggerisce un retroscena di Augusto Minzolini sul Giornale, ma lo rivelano anche altri segnali arrivati nel corso di oggi, altra giornata di sussurri, vertici e colpi di scena ufficiosi.  Leggi anche: "Se Mattarella avesse le palle...": Minzo, Renzi e la frase choc Innanzitutto, Paolo Savona. Il nome del ministro dell'Economia che non piace al presidente Sergio Mattarella è stato ancora lì, a lungo sul tavolo. Alla fine, dovrebbe essere paracadutato agli Affari Esteri. Secondo indizio: Giorgia Meloni nel governo. Prima si sparge la voce della leader di Fratelli d'Italia alla Difesa, poi le smentite terrorizzate dei grillini. Un altro casus belli. Terzo indizio: al culmine della disperazione, Di Maio aveva offerto a Salvini anche Giancarlo Giorgetti premier, ricevendone un secco rifiuto. Alla fine, scaricando la responsabilità su Mattarella (per Savona) e Di Maio (Meloni), il segretario della Lega potrebbe così raggiungere senza sforzo il suo unico vero obiettivo. Quale? "Il 25%", come suggeriva tra l'ironia e l'amarezza Silvio Berlusconi, qualche giorno fa. Occhio al prossimo autunno, dunque...

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