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Erika Stefani, il ministro che ha visto l'aldià: "Sono stata 4 giorni in coma. Cosa ho visto"

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Cristina Agostini
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Erika Stefani, leghista, ministro degli Affari regionali è stata in coma per quattro giorni, svela Franco Bechis su il Tempo, "e quando si è risvegliata ha raccontato ai familiari quel che ha visto in quei momenti". Leggi anche: La più bella del governo usa il pugno di acciaio: "Cosa prometto al Nord", la Stefani in trincea Il 12 gennaio 2012 che la Stefani definisce "della mia seconda nascita" durante una seduta in palestra per allenarsi alle gare di moto - sua grandissima passione - come racconta lei stessa "ebbi la sensazione che all'improvviso si fosse spenta la luce". "Non vedeva più perché una sua arteria si era dilatata fino a scoppiare: aneurisma cerebrale, avrebbero poi diagnosticato", spiega Bechis. "Portata in neurochirurgia è finita subito in sala operatoria dove il professore Lorenzo Volpin è riuscito a salvarle la vita con una battaglia di più di quattro ore. Dall'operazione è uscita in coma, che si sarebbe protratto per i successivi quattro giorni". Quando si è svegliata Erika "ha raccontato ai familiari di averli vissuti quei giorni, e di avere fisse le immagini in mente". "Vedeva se stessa dentro un dipinto, con davanti dei quadrati di colore, come nei quadri di Mondrian, che si scioglievano e poi lentamente cominciavano a mischiarsi, ruotando in un vortice. Era una sensazione piacevole". Poi al risveglio, non si riconosceva: "Ero rapata a zero perché avevo subito una craniotomia e avevo perso dieci chili. Sembravo uscita da un lager". Ma "quando si sfida la morte e si vince la partita, se per certi versi ci si sente più forti, per altri si è più consci dei propri limiti. E si assapora di più la rinnovata esistenza. Che in ogni istante non va mai sprecata...".

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