Danilo Toninelli schiacciato da Salvini, l'intervista rivelatrice: "Da padre ve lo giuro", fino a dove si spinge
Dev'essere durissima essere Danilo Toninelli oggi. L'impressione è che, da grillino e da ministro delle Infrastrutture, stia subendo la politica muscolare del ministro degli Interni leghista Matteo Salvini sull'immigrazione e la chiusura dei porti. Vorrebbe potersi opporre, ma Luigi Di Maio forse gli ha fatto capire che, almeno in questa fase, non conviene. D'altronde la base grillina è terrorizzata, accusa il Movimento 5 Stelle di aver tradito i propri ideali sull'accoglienza, e i vertici stessi temono di venire cannibalizzati dalla Lega, sondaggi alla mano. Lggi anche: "Per fortuna che...", così Mentana umilia Toninelli in diretta Intervistato dal Corriere della Sera, Toninelli prova a difendere l'operato del governo, ma le frasi sembrano meno convinte di quelle di Salvini. "L'Italia ha sempre salvato le vite umane e non si tirerà mai indietro. Sono altri a dover iniziare a prendersi le loro responsabilità". Il richiamo, insomma, è all'Unione europea e agli altri Paesi, chiamati a collaborare a un'emergenza umanitaria epocale. Ma i guai arrivano quando a Toninelli viene chiesto conto di qualche più che apparente contraddizione pentastellata. Ad esempio, la scelta di alcuni sindaci tra cui il grillino Filippo Nogarin di Livorno, di aprire i porti in aperto contrasto con la linea imposta dal Viminale: "Io vedo un atto di cooperazione, non di scontro: la loro richiesta è solo un elemento di grande umanità e li ringrazio per questo". Leggi anche: "Ma lo sa che Nogarin...". Domanda in diretta, Toninelli si ridicolizza Ancora: cos'avrebbe fatto il Ministero delle Infrastrutture se la nave Aquarius fosse stata in stato di necessità? Avrebbe aperto i porti? Toninelli è in evidente imbarazzo: "Non è questo il tema. Bisogna ridiscutere i luoghi di messa in sicurezza e di salvataggio. Abbiamo fermato Aquarius in acque maltesi in attesa della risposta di La Valletta alla nostra richiesta di accogliere la nave nei loro porti e per capire se il comandante della Ong avesse o meno fatto rotta verso Malta anche dopo la dichiarazione di disponibilità dell'ambasciatrice maltese", anche se lo stesso Salvini ha sostenuto che la nave non ha risposto a una chiamata italiana. Messo all'angolo, per difendere la propria immagine davanti agli inferociti supporter del M5s, il ministro si gioca la carta del cuore: "Stiamo parlando di un problema che mi tocca profondamente come uomo e come padre. L'Italia continuerà a salvare vite umane. Però siamo stati chiari: bisogna condividere le responsabilità. Ognuno ha le sue: la nazione in cui navigano le carrette del mare, i Paesi per cui battono bandiera le navi delle Ong".