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Stadio Roma: Lombardi e 'falchi' M5S, quei dubbi su pressing Lanzalone in Campidoglio

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Roma, 13 giu. (AdnKronos) - Consulente vicino al M5S ma non all'intero universo grillino. L'operato di Luca Lanzalone, il presidente dell'Acea finito ai domiciliari per l'inchiesta sullo stadio della Roma, finì sotto l'occhio critico di una parte del Movimento capitanato dalla 'pasionaria' Roberta Lombardi. Che, raggiunta al telefono dell'Adnkronos,  si trincera dietro un rigoroso silenzio: "mi spiace, no comment. Preferisco tacere", taglia corto. Quando il super legale mandato da Grillo e Casaleggio iniziò ad occuparsi delle grane in Campidoglio, finito nell'occhio del ciclone per l'arresto del fedelissimo di Virginia Raggi Raffaele Marra, cominciò, da parte dell'avvocato, un pressing sui consiglieri riguardo allo stadio della Roma che non convinse molti. Lanzalone, viene raccontato in ambienti del Movimento, ai consiglieri grillini spiegava come fosse necessario non abbandonare il progetto, pena il rischio di dover far fronte a una mega multa per danno erariale. E metteva in guarda dal pericolo di trovarsi alle prese con una causa per risarcimento per l'affare sfumato. Un'opera di convincimento, la sua, che portò Lombardi e i consiglieri David Porrello e Gianluca Perilli a chiedere un parere pro veritate al presidente onorario aggiunto della Cassazione Ferdinando Imposimato, che chiese l'annullamento d'ufficio della delibera del Consiglio comunale che dichiarava di pubblico interesse il progetto di realizzazione del nuovo stadio. In altre parole, i consiglieri non correvano alcun rischio. Ma alla fine si decise di andare comunque avanti con un progetto 'ridimensionato', sforbiciando le cubature del piano iniziale.

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