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Luigi Di Maio, l'ultimo disastro: "Niente scuse, il vertice di Conte e Macron...", come si ridicolizza

Giulio Bucchi
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Farebbe quasi ridere, Luigi Di Maio, se il suo essere al di fuori dal mondo in questi giorni non fosse l'inquietante spia di qualcosa che non va dentro il governo. Il vicepremier, finito nella centrifuga politico-giudiziaria dello stadio di Roma che lo chiama in causa in quanto "sponsor" di Luca Lanzalone, ormai ex presidente Acea in manette, sta passando ore difficili. C'è da capirlo, e lui non fa nulla per nasconderlo, anche scappare da Bruno Vespa e disertare Porta a porta. Qualche ora prima, però, aveva toccato il fondo (o il punto più alto, a seconda dei punti di vista): alla vigilia della visita del premier Giuseppe Conte a Parigi da Emmanuel Macron, aveva giurato: "Finché non arrivano le scuse noi non indietreggiamo". Scommetteva, di fatto, sull'annullamento del vertice bilaterale e l'appiattimento di Palazzo Chigi sulla linea dura di M5s e Lega. Smentito su tutta la linea, perché Conte, nonostante Macron l'abbia sì chiamato ma senza scusarsi per quelle frasi durissime rivolte all'Italia sul caso Aquarius, a Parigi oggi andrà eccome. Bella prova di leadership da Di Maio, non c'è che dire.

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