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Giuliano Urbani, perché Forza Italia stavolta è finita: "Silvio Berlusconi fuori tempo massimo"

Gino Coala
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C'è un tempo per tutto, anche per un partito come Forza Italia. A dirlo ormai non sono solo gli elettori, visto il risultato non proprio lusinghiero dello scorso marzo, ma anche uno come l'ex ministro Giuliano Urbani, che al partito di Silvio Berlusconi ha dato un contributo importantissimo per farlo nascere ormai 25 anni fa. Leggi anche: La rivoluzione di Berlusconi? Giorgio Mulè in orbita: che poltrona va al direttore In un'intervista al Tempo, Urbani taglia corto quando gli chiedono se esista ancora uno spazio nella politica italiana per una forza politica come Forza Italia: "Ma no. E per una serie di ragioni. La prima è che è cambiato il mondo. Oggi siamo alla crisi dell'Europa, all'avanzata di Asia e Africa, siamo in un mondo in cui è tutto liquido. Poi manca il 'nemico'. Allora c'era la 'minaccia dei comunisti'. Oggi, se qualuno lo dicesse in piazza o in tv, chiamerebbero la neurodeliri". La missione che Berlusconi si è imposto per l'ennesima volta, quella sua volontà di rinnovare il partito nonostante il vento sembra soffiare in un'altra direzione, secondo Urbani è quasi una missione impossibile: "Ormai è fuori tempo massimo. Berlusconi avrebbe potuto preparare una nuova squadra per affrontare questo momento quando era ancora possibile farlo. E cioè nella sua fase in cui era in auge, per quanto avesse già perso politicamente dei colpi". Fatali quindi i mancati rinnovamenti, quelli sì, tra il 2008 e il 2011 aggiunge ancora Urbani che oggi non vede un futuro immediato per il partito del Cav: "Nel modo in cui era stata concepita no. Avrebbe dovuto cambiare pelle, personale politico, e Berlusconi avrebbe dovuto cambiare la visione personale delle cose".

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