Giorgia Meloni, Simone Furlan e l'esercito di Silvio passano con Fratelli d'Italia: addio a Silvio Berlusconi
C'era una volta l'esercito di Silvio. Oggi le truppe cammellate del Cavaliere cambiano casacca e passano sotto le insegne di Fratelli d'Italia. Un divorzio, quello tra le “milizie” dell'imprenditore veneto Simone Furlan e Forza Italia, che era nell'aria già da un po'. Ora il suo esercito si chiamerà «della libertà» proprio come avrebbe dovuto chiamarsi sin dall'origine. E anche se Furlan resta «berlusconiano nel Dna» ammette che, a livello locale, il rapporto con i vertici del partito azzurro era ormai logoro: «In Fi non era più possibile fare politica». «Ho dato le dimissioni a maggio», ha spiegato ieri, «ma non ho reso nota la mia scelta per non danneggiare il partito a urne aperte, con le elezioni comunali in corso». Adesso si accomoda senza rimorsi tra le fila di Fdi, «dove ho ritrovato un ambiente familiare, e ringrazio Giorgia per avermi dato questa opportunità». Insomma, la Meloni fa campagna acquisti, riflettendo anche sul suo ruolo e sul suo futuro, sia nel centrodestra che nella politica italiana. L'ingresso di Furlan, per lei, è un aiuto «nella rifondazione del centrodestra». E una conferma per il partito, del quale la presidente rievoca la crescita che dalle elezioni di marzo a oggi l'ha portato a diventare «il secondo partito del centrodestra in undici dei venti capoluoghi dove si è votato: stiamo diventando sempre più attrattivi». Leggi anche: "Vai col Pd": la Meloni smonta le balle di Tito Boeri «Diamo il nostro benvenuto in Fratelli d'Italia a Simone Furlan e alla sua rete di militanti e amministratori locali», commenta Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera e responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia. «Siamo certi che sapranno essere un valore aggiunto per tutto il nostro movimento, che sta continuando a crescere da nord a sud e sta raccogliendo adesioni su tutto il territorio nazionale, a partire dai sindaci che sono in prima linea sul territorio per risolvere i problemi concreti degli italiani». (G.S.)