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Matteo Salvini, stop alla Diciotti: "Gli immigrati devono essere identificati e ammanettati"

Cristina Agostini
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Linea durissima di Matteo Salvini sugli immigrati a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera: "Al momento non c'è un porto, sto andando in ufficio a lavorare", dice dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Alcuni dei migranti presenti sull'imbarcazione sono accusati di aver minacciato di morte l'equipaggio di una nave privata italiana, la Vos Thalassa, dopo essere stati soccorsi perché non volevano essere riportati in Libia da dove erano partiti su un barcone. Leggi anche: Immigrati e accoglienza, il dossier svela la vergogna: la cifra (pazzesca) spesa dall'Italia (e chi fa affaroni) Il ministro dell'Interno vuole che siano tutti identificati, con nomi, cognomi e Paesi di provenienza. E che scendano dalla nave in manette: "Se c'è gente che ha minacciato e aggredito non finirà in un albergo ma in galera", sbotta Salvini. "Io non darò autorizzazione a nessun tipo di sbarco, finché non ci sarà garanzia per la sicurezza degli italiani che delinquenti, non profughi, che hanno dirottato con la violenza una nave, finiscano in cella e poi vengano riportati il prima possibile nei propri Paesi". E pensa di risolvere il caso della Diciotti al più presto. "Conto di andare al vertice di Innsbruck stasera (oggi 11 luglio, ndr) avendo già risolto questa questione", conclude.

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