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Alessandra Mussolini: "Tantissimi scontenti in Forza Italia pronti a dire sì ai leghisti"

Cristina Agostini
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«Quando ho visto che Tajani veniva nominato vice presidente di Forza Italia, mi sono detta: "Va be', è finita l' alleanza con Salvini..."». Alessandra Mussolini da alcuni giorni ha ufficializzato la sua uscita dal partito di Silvio Berlusconi. Sono così incompatibili i due? «Ne sono stata testimone, a Bruxelles. La posizione anti-leghista era chiara da anni. Il paradosso, ora, è che pur di andare contro Salvini, Forza Italia sta guardando ai perdenti. Fa gli occhi dolci a Renzi e alla Boldrini». Leggi anche: Fugone da Forza Italia. Bomba azzurra: chi sono i "traditori" di Berlusconi Berlusconi si sta ritagliando uno spazio politico. «Mah, anche l' idea di candidarlo alle Europee del 2019 è un altro errore madornale. Quella sarà una campagna elettorale brutta, spietata. Il proporzionale puro mette tutti contro tutti. Berlusconi è un uomo di sintesi, un federatore. Andrebbe preservato il suo prestigio. Dovrebbero ricandidarlo al Senato. Dove, non lo dimentichiamo, è stata la sinistra a cacciarlo». C'è una fuga verso la Lega? «Ne vedremo delle belle. Questo è un governo di legislatura, con buona pace di chi porta jella parlando di panettoni o uova di Pasqua che non saranno mangiati. Fi è diventata neo conservatrice. Tutti guardano alla Lega come un punto di riferimento per chi, nel centrodestra, non vuole finire a braccetto con la sinistra. Ce ne sono tanti, sa. Ricevo centinaia di messaggi al giorno. L' ondata di scontenti va dalla base al vertice. I voti condivisi con l' ultra sinistra creano sconcerto. Stiamo resuscitando i morti». È stato Di Maio a non voler Berlusconi in maggioranza. «Dovevamo comunque dare una mano a Salvini per puntellare il governo e spostare l' asse della coalizione a destra. Ora Forza Italia è isolata. Peggio: è finita in un abbraccio fatale con la sinistra». Salvini dà il benvenuto a chi vuole fare il salto. Lei? «Io sono nel centrodestra. Quando ho annunciato l' uscita da Forza Italia, non avevo un piano b. Me ne sono andata per un fatto politico. Io con la sinistra non posso stare. È questione di genetica. Il mio dna non me lo consente. Come faccio ad andare in tv? La sinistra è credibile come opposizione a questo governo. Io no. Diventavo ridicola. Ridicola e dannosa». di Salvatore Dama

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