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Giovanni Toti: "Tajani o Galliani non bastano, FI ha bisogno di congressi e primarie"

Matteo Legnani
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Sarà che lui è un "novellino" e non fa parte da vent'anni dell'ingranaggio forzista. Sarà anche che da tempo Giovanni Toti s'è smarcato dalla "stretta osservanza" azzurra. Fatto sta che il governatore della Liguria, in un momento davvero critico per il suo partito, svolge in una intervista sul Corsera una analisi lucidissima dei problemi che affliggono Forza Italia: "Non è questione di facce, ma di metodo e perimetro. E' secondario scegliere Antonio Tajani, Adriano Galliani o Giovanni Toti. Il punto - spiega - è che pensare di affrontare il mondo del 2018 con gli strumenti del 1994 è faticoso e probabilmente inutile. Forza Italia ha bisogno di cambiamenti profondi". Che passino, prosegue "per congressi veri, basati non sulle tessere ma sul coinvolgimento degli amministratori locali e dei militanti. Dandogli la possibilità di dire la propria". Toti si arrischia a pensare a "qualcosa di simile alle primarie, chiamiamole assemblee aperte. Questo sarebbe l'unico modo per mettere tutto in discussione, senza disperdere il patrimonio di un'alleanza con la lega che in diverse regioni come Lombardia, veneto, Friuli e Liguria funziona benissimo". Leggi anche: Giovanni Toti si fa il suo partito: si chiamerà Movimento Arancione

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