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Ponte Morandi, la Lega frena sul ritiro delle concessioni ai Benetton: "Dimostrino umanità"

Gino Coala
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Il tempo delle minacce sulla revoca delle concessioni autostradali contro il gruppo Atlantia della famiglia Benetton lascia il posto a quello della trattativa. È dal fronte leghista del governo che arrivano i primi spiragli perché Autostrade per l'Italia non rischi di perdere la gestione di tutti gli assi viari a pagamento affidati dallo Stato, innanzitutto con un gesto di "buona volontà". Leggi anche: Ponte Morandi, Di Maio attacca Renzi: la bomba di fango sui soldi, l'ex premier lo gela La prima apertura è arrivata dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha prima denunciato la vergogna dei pedaggi ancora attivi, per qualche ora, sulla A10 anche per ambulanze. Quei pedaggi qualche ora dopo sono venuti meno, mentre Salvini invitava il concessionario a sostenere in qualche modo le famiglie delle vittime e gli sfollati, magari con un contributo: "Anche di 500 milioni se serve". Un invito rilanciato dal sottosegretario leghista ai Trasporti, Edoardi Rixi in un'intervista all'Huffingtonpost: "Se Autostrade per l'Italia mettere in breve tempo a disposizione risorse per gli sfollati, per i familiari delle vittime e ricostruirà il ponte Morandi senza aspettare le indagini, noi decideremo se rescindere o meno il contratto di concessione". L'invito di Rixi è che i vertici del gruppo abbiano: "Un comportamento umano", solo in quel modo: "il governo avrebbe atteggiamenti diversi, potremmo sederci attorno a un tavolo. Spero si possa ancora recuperare il rapporto, ma se tengono posizioni rigide anche noi terremo posizioni rigide".

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