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Ponte Morandi, la lezione del ministro leghista Centinaio ai grillini: "Prima degli annunci..."

Giulio Bucchi
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"Bisogna ragionare prima di fare annunci. Su Genova è sbagliato seguire la piazza". Il ministro del Turismo leghista Gianmarco Centinaio marca la differenza con gli alleati del Movimento 5 Stelle, i più agguerriti sostenitori della revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia dopo il disastro del crollo del ponte Morandi. Leggi anche: Il retroscena sui Benetton, perché Salvini ha umiliato Di Maio Il governo, su pressing di Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, ha ottenuto l'inizio dell'iter per la revoca ma la Lega è ancora riluttante. E Centinaio, in una pesantissima intervista al Messaggero, spiega perché: "Riteniamo che sia necessario ragionare prima di fare annunci. Siamo dell'avviso che bisogna procedere verso la revoca delle concessioni così come avviare una procedura concreta per i risarcimenti. E questo in accordo con tutto il governo". Quello di Centinaio, storico braccio destro di Matteo Salvini, è un richiamo alla realpolitik: "Bisogna sempre individuare la soluzione migliore per governare il Paese. Il vero populista ascolta, cosa che in passato gli altri governi non hanno fatto, e poi decide. Le decisioni non devono essere sempre prese sulla base di ciò che dice la piazza. Ogni tanto devi decidere nonostante ciò che invoca la piazza, ma l'ascolto è fondamentale". Dopo la reazione di pancia, infatti, occorre pensare a "chi ricostruirà il viadotto crollato e la famosa Gronda di ponente", anche perché una Genova spezzata in due, e il suo porto isolato dal resto d'Italia e con un enorme problema di viabilità alle porte, è un colpo durissimo anche per il turismo nazionale. E anche sull'ipotesi nazionalizzazione, Centinaio è assai più cauto dei colleghi grillini: "Bisogna riflettere. Capire dove si vuole arrivare. Sono su una posizione mediana. Per me la cosa più importante sono i risultati: se li portano i privati bene, altrimenti ci può pensare lo Stato. Occorre ad esempio creare infrastrutture nel Sud e se le faranno i privati o il pubblico è poco importante. L'importante è che si facciano".

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