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Matteo Salvini e Giuseppe Conte, lo scontro sulla Diciotti: "Basta, non si può andare avanti così"

Giulio Bucchi
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Un braccio di ferro violentissimo. Matteo Salvini non si piega alle pressioni arrivate dal Quirinale - via Palazzo Chigi - e sul fronte immigrazione tira dritto, fino a minacciare le proprie dimissioni da ministro degli Interni. Il caso Diciotti è esplosivo, la polemica con il presidente della Camera grillino Roberto Fico è la goccia che rischia di far traboccare il vaso. Leggi anche: "Io faccio il ministro, tu...". Così Salvini umilia Fico Pubblicamente, Salvini ha ribadito la volontà di non far sbarcare nessun migrante a Catania, eccetto i minori: "O cambiate ministro o cambiate Paese", ha risposto a chi lo accusava di un crimine. "Matteo sai che io sto con te. Siamo perfettamente allineati con le richieste all'Europa. Però ora basta, non possiamo andare avanti così con la Diciotti", è stato l'avvertimento recapitatogli via telefono dal premier Giuseppe Conte. Salvini, però, non si smuove. E via Facebook replica a lui e al presidente Sergio Mattarella: "Se vogliono intervenire, lo facciano. Ma non con il mio consenso. Non mi faccio prendere in giro dall'Europa vigliacca. E se cedo ora, poi non andiamo da nessuna parte. Se vogliono, si prendano la responsabilità Conte e Mattarella". Con i suoi si sfoga ed è ancora più duro: "Già a Pozzallo ci hanno fregato. Voglio garanzie e tempi certi. Altrimenti, per quanto mi riguarda, possono anche tornare tutti indietro". La sfida è totale, anche ai magistrati: "Vogliono arrestarmi? Leggo che la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona. Sono qua, non sono ignoto". La partita si gioca tra l'Italia e l'Europa, tra il pubblico (i social) e il privato (i palazzi). E su Facebook, lancia l'ultimo messaggio a Bruxelles: "Dall'Europa già rompono le palle. E basta, fateci sopravvivere. Ricordo ai fenomeni europei che dovevano accogliere 35mila profughi e invece ne hanno accolti 12mila. Un terzo. E fate la morale a me?".

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