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Alessandro Sallusti, la verità che nessuno dice a Salvini: "Ora che sei indagato, guarda chi è rimasto con te"

Giovanni Ruggiero
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L'indagine avviata dal procuratore di Agrigento su Matteo Salvini è stato un regalo smisurato per il ministro dell'Interno. Ne è sicurissimo il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, che nel suo editoriale mette in guardia il leader della Lega su cosa potrebbe succedere ora, alla luce delle reazioni della pancia grillina, oltre che del suo collega vicepremier Luigi Di Maio. Leggi anche: Salvini indagato, Berlusconi asfalta il magistrato: "Vicenda giudiziaria assurda" Alla notizia delle indagini, infatti, nel M5s è tornato il nervosismo per la presenza di un ministro materialmente indagato nel proprio governo. Proprio loro che hanno sollevato un polverone, e solo quello, contro l'allora capo del Viminale Angelino Alfano e per ogni avversario politico finora sfiorato da questioni giudiziarie. Davanti al pm, quindi, Sallusti dice che Salvini è rimasto solo, Di Maio lo ha graziato sulle dimissioni previste dal codice etico, che vale solo per il passato, ma non può che assecondare la sua base e i suoi parlamentari, se non vuole rimanere a sua volta isolato e quindi invita al rispetto della magistratura, anche di quella che continua a fare un uso politico del proprio ruolo. La solidarietà incondizionata gli è arrivata, per qualcuno a sorpresa, dagli alleati di sempre del centrodestra. A questo punto Salvini dovrebbe "riflettere sugli errori e sul futuro", scrive Sallusti. Su questa vicenda: "Nonostante tutti, ha ancora dalla sua i vecchi e ripudiati alleati del centrodestra. E questo - conclude il direttore del Giornale - vorrà pur dire qualcosa".

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