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Luigi Di Maio, il piano diabolico del grillino per rompere con Salvini: il sospetto sull'accordo col Pd

Gino Coala
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La piega che sta prendendo il dibattito più interno nel governo rischia di avvicinare la data del prossimo voto in modo inesorabile. Le tensioni sempre più forti tra Roma e Parigi, con lo scontro tra Emmanuel Macron e Matteo Salvini, più le pressioni a livello internazionale, con i mercati in fibrillazione in attesa che le agenzie di rating si esprimano sullo stato di salute dell'economia italiana, stanno mettendo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con le spalle al muro. Leggi anche: Conte, il premier ha perso la pazienza: la minaccia a Salvini e Di Maio, perché vuole mollare E non aiutano le prime vere divergenze emerse tra grillini e leghisti, già ai ferri corti sul tema del taglio delle pensioni d'oro, con i pentastellati decisi fino all'ultimo a colpire tutti gli assegni superiori ai 4 mila euro maturati con il metodo contributivo, imponendo una mannaia retroattiva che poco piacerà all'elettorato leghista. Le previsioni degli analisti più attenti puntano a un peggioramento delle tensioni all'interno del governo, al punto che lo scenario del voto anticipato semrba ormai sempre più concreto. Per questo, secondo un retroscena del Giornale, sia Di Maio che Salvini starebbero preparando un piano B, da mettere in pratica non appena la rottura sarà inevitabile davanti ai loro occhi. Da una parte c'è Salvini che guarda alle urne, considerando i sondaggi che lanciano la Lega a cifre mai neanche sognate finora. Tornare quanto prima alle elezioni darebbe al vicepremier l'occasione più unica che rara di puntare a palazzo Chigi, senza nessun ostacolo ragionevole da parte degli alleati del centrodestra. Un voto da consumare prima delle Europee del 2019, sperando magari di ricucire con Forza Italia per esempio trovando un accordo sulla presidenza della Rai. Dall'altra parte c'è Di Maio che teme le elezioni anticipate come una sciagura da evitare a tutti i costi. Al punto che il grillino avrebbe ancora una volta sondato il terreno per una possibile alleanza con il Partito democratico. Non a caso sulla vicenda Diciotti, le posizioni del Movimento Cinque Stelle più evidenti sono state quelle a favore dello sbarco, insomma in netto contrasto con la linea di Salvini, ben più vicine a quelle del governo precedente e dei dem. Resterebbe da convincere Matteo Renzi, magari con un passo di lato dello stesso Di Maio a favore di Roberto Fico.

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