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Rocco Casalino dopo le minacce si giustifica così: "Esprimevo umori grillini"

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Davide Locano
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Dopo le furibonde polemiche per l'audio-choc in cui minaccia purghe al ministero del Tesoro, ecco la reazione di Rocco Casalino, lo strapagato portavoce di Giuseppe Conte, nonché capo della comunicazione grillina. Per onor di cronaca, Casalino nell'audio rubato affermava: "Se non dovessero uscire i soldi per il reddito di cittadinanza, fonti parlamentari dei Cinque stelle giurano che per tutto il 2019 ci dedicheremo a far fuori una marea di gente del Mef. Non ce ne fregherà niente, sarà veramente una cosa coi coltelli". Minacce belle e buone, insomma, tanto che Forza Italia e Pd hanno chiesto le sue dimissioni. Ma Casalino risponde così: "Sta circolando un messaggio-audio che riproduce la mia voce in una conversazione assolutamente privata avuta con due giornalisti. La pubblicazione vìola il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni e, nel caso fosse accertato che sia stato volontariamente diffuso ad opera dei destinatari del messaggio, le più elementari regole deontologiche che impongono riserbo in questa tipologia di scambi di opinioni". Dunque, il grillino ex Grande Fratello aggiunge: "Il delicato incarico di portavoce del Presidente del Consiglio dei Ministri mi impone di chiarire che i contenuti di quella conversazione sono da considerare alla stregua di una libera esternazione, espressa in termini certamente coloriti ma che pure si spiegano in ragione della natura riservata della conversazione, che non cela nessun proposito da perseguire in concreto, ma più una sensibilità presente all'interno del M5S e che era mia premura rappresentare". Insomma, le minacce sarebbero "una sensibilità presente all'interno del M5s". Una giustificazione grottesca, quella di Casalino.

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