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Bruno Vespa: "Spread, il rating più basso di quanto meritiamo. E a fine mese..."

Matteo Legnani
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Sette mesi: è l'intervallo di tempo che Bruno Vespa fissa sul calendario nel suo editoriale per Il Giorno. Tanto ci vorrà per vedere se e come il governo gialloverde terrà. Per il patron di Porta a Porta non saranno né i giudizi delle agenzie di rating che attendono l'Italia a fine ottobre, né la risposta della Ue alla manovra economica, attesa ancora prima (15 ottobre) a far vacillare o mutare il governo. Bensì l'effettiva attuazione del reddito di cittadinanza, sul quale l'esecutivo ha "puntato" 9 miliardi. Si tratta di una misura ad alto rischio politico, perché il Movimento 5 Stelle, in sei mesi, dovrà mettere in piedi un meccanismo che funzioni e che metta a tacere tutte le voci critiche sulla capacità, da parte dei suoi esecutori, di controllare che non si trasformi in puro assistenzialismo senza controlli. Chi rischia tutto o quasi, in termini politici e di credibilità, è il Movimento 5 Stelle. La Lega, secondo vespa, è più al sicuro col suo programma incentrato su sicurezza, lotta all'immigrazione e modifica dei meccanismi pensionistici: tutti temi popolarissimi, sui quali il Carroccio e il suo leader Salvini godono di un consenso vastissimo. E a rischio di fallimento residuale. Leggi anche: Bruno Vespa: perché Berlusconi è ancora in gioco I grillini, invece, potrebbero pagare in misura pesante l'eventuale fallimento o caos derivante dal reddito di cittadinanza. Questo governo, scrive Vespa, è nato sul rapporto tra una Lega al 17% e un M5S al 29%. Se, come anticipano i sondaggi, la Lega dovesse salire abbondantemente sopra il 30%, e i grillini dovessero precipitare molto al di sotto di quella soglia, tutti gli equilibri a Palazzo Chigi cambierebbero; non verrebbe necessariamente giù il governo, ma sarebbe tutta un'altra cosa. Difficile dire, cosa. Parlando dei rischi finanziari che corre il governo, oltre all'Europa, Vespa avverte: "Il secondo avversario è il Mercato con la maiuscola e lì si nasconde il rischio più grosso. Il rating dell'Italia è probabilmente più basso di quanto meriteremmo, per le dimensioni della nostra economia e la gigantesca quantità (4.000 miliardi) di risparmio privato. Ma se a fine mese scendessimo ancora di un gradino saremmo davvero in una situazione molto critica", sottolinea. Insomma, l'Italia in ostaggio delle agenzie di rating, le quali, secondo Vespa, già sottovalutano il nostro Paese.

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