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Luigi Di Maio e il "magazzino fantasma". Non solo papà: altra bordata sul capo M5s

Giulio Bucchi
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Il magazzino fantasma della famiglia di Luigi Di Maio, sconosciuto a Catasto ed Equitalia. È il Giornale a parlare di un manufatto di cui non risulta traccia nei documenti ufficiali costruito sui terreni di proprietà del padre del vicepremier, Antonio Di Maio. Sul suo conto Le Iene hanno sollevato l'accusa di favorire il lavoro in nero, dando voce a un suo dipendente. Una bella bordata che chiama in causa indirettamente il figlio, leader del Movimento 5 Stelle che del rigore e dell'onestà ha fatto la sua bandiera elettorale.  Leggi anche: "Lavoro nero da papà". Le Iene, lo scandalo travolge i Di Maio Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti aggiunge però carne al fuoco e pone qualche domanda sui terreni di proprietà al 50% di Di Maio Senior nel Comune di Mariglianella. Che cos'è e a cosa serve quel manufatto non registrato all'Agenzia del Territorio? "Mettendo bene a fuoco le foto si notano infatti a pochi metri dal manufatto fantasma attrezzi in un uso a una ditta edile. Si vedono, tavole in legno che potrebbero servire per l'installazione di impalcature nei cantieri edili. Ma anche mattoni e residui di cemento. Tutto materiale che un'impresa edile utilizza sia per l'allestimento di un cantiere che per la realizzazione di case e altri interventi", scrive il Giornale. Luigi Di Maio è diventato socio al 50% insieme alla sorella della società di famiglia Ardima Srl, impegnata soprattutto in edilizia residenziale.  "Il ministro ha sempre chiarito di non essersi mai occupato delle attività della società e di non aver mai versato un euro". Se il magazzino fantasma fosse stato utilizzato dal 2014 a oggi come magazzino per l'attività dell'impresa, la questione lo riguarderebbe direttamente, conclude il Giornale.

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