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Luigi Di Maio, il retroscena di Minzolini: "Il ragioniere dello Stato ha provato a convincerlo", suicidio M5s

Giulio Bucchi
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È bastato un mese a Luigi Di Maio per condannare l'Italia alla rovina. Un retroscena di Augusto Minzolini sul Giornale riferisce del surreale scambio di vedute tra il ministro dello Sviluppo e leader grillino e il Ragioniere dello Sato Daniele Franco sulla manovra. Il tecnico cercava di convincere Di Maio ad apportare qualche correttivo per rendere la finanziaria "più digeribile" all'Unione europea. Leggi anche: Savona, la svolta e il trionfo su Vieri. Come trasforma la manovra "Perché non mettete nella legge solo le risorse necessarie a finanziare il reddito di cittadinanza da maggio in poi, visto che difficilmente potrà essere applicato prima? Si passerebbe da 9 miliardi a 6, cioè tre miliardi in meno che inciderebbero sul rapporto deficit/Pil, su quel 2,4%", è la proposta di Franco. Il vicepremier risponde così: "Se dico che spendiamo di meno, l'opinione pubblica non capirebbe". Per settimane Di Maio tiene il punto, non si piega, non cede, fa proclami in giro per l'Italia e negli studi televisivi. Oggi, però, dopo la procedura d'infrazione di Bruxelles e la prospettiva, concreta di un siluro finanziario sul governo e sul Paese, anche Di Maio, buon ultimo, si starebbe per convincere a seguire la linea del Ragioniere dello Stato. "Nel frattempo - conclude amaro Minzolini -, proprio per il no di un mese fa e il vocabolario bellicoso usato nei confronti di Bruxelles, lo spread ha stazionato stabilmente sopra quota 300 punti, macinando interessi sul debito. Risultato: Bankitalia ha calcolato che lo stile di governo gialloverde è costato un miliardo e mezzo di interessi in più quest'anno, 5 nel prossimo e 9 nel 2020".

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