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Pensioni, Giuseppe Conte e l'attentato a Matteo Salvini: platea, finestre e penalizzazioni, lo scenario

Giulio Bucchi
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Un "attentato alle coronarie" e alle pensioni a Palazzo Chigi alla vigilia del vertice di governo. Secondo Repubblica, il premier Giuseppe Conte tornerà alla carica con i suoi due vice Matteo Salvini e Giuseppe Conte chiedendo loro tagli significativi alle rispettive misure bandiera: Quota 100 e reddito di cittadinanza.  Leggi anche: "Tria non digerisce il nuovo Conte", l'ipotesi clamorosa. Si dimette? Conte affida al sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti la responsabilità di ipotizzare un risparmio di 4 miliardi (2 per ciascuna delle misure bandiera) rispetto alle previsioni grazie a una riduzione della platea. Scenario respinto mercoledì sera e giovedì mattina dello stesso Salvini: "Quattro miliardi? Mi sembra troppo. E non ci sarà nessun slittamento di Quota 100". La chiave, spiega ancora Repubblica, "è in mano ai tecnici del Mef e dell'Inps che stanno compiendo le ultime limature. Se il deficit fosse al 2% bisognerebbe trovare 7-8 miliardi, 4 dalla riduzione delle due misure e 3-4 da tagli o nuove entrate". Si parla comunque dell'introduzione di una "più limitata finestra temporale, forse di alcuni mesi, per consentire a chi raggiunge quota 100 di andare in pensione. Non senza penalizzazioni, anche consistenti" e di partenza a giugno per il reddito e "erogazione delle pensioni a partire dallo stesso mese per chi matura il 1° gennaio 2019 ( finestra semestrale)".

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