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Pensioni, lo sfregio di Luigi Di Maio alla Lega: "Taglio non concordato, quali assegni massacrano

Gino Coala
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Incassata la fiducia alla Camera sulla manovra, nel governo resta alta la tensione sul blitz annunciato da Luigi Di Maio già lo scorso lunedì sul taglio delle pensioni d'oro del 40% che non sarebbe stato concordato con la Lega. Lunedì il testo della manovra arriverà al Senato e c'è già chi parla di una prima resa dei conti. Leggi anche: Manovra, il retroscena sulla drammatica crisi di governo: Di Maio contro Conte, Tria se ne va Un emendamento sul taglio degli assegni più ricchi in realtà già c'era, frutto di una lunga trattativa tra Lega e M5s, riporta Repubblica, con tanto di relazione tecnica. Il piano avrebbe previsto un contributo di solidarietà biennale sugli assegni da 90mila euro lordi in su, con prelievo a scaglioni secondo cinque aliquote e un gettito previsto da 130 milioni all'anno. L'intervento più drastico, a parole, di Di Maio però ha fatto saltare tutto l'accordo, con i leghisti pronti a dare battaglia. Anzi c'è chi, come il consigliere di Matteo Salvini ed esperto di previdenza Alberto Brambilla, mette in chiaro quanto sia complicato mettere in pratica quel che vuole Di Maio: "Impossibile arrivare a tagliare il 40%, è contro tutte le sentenze della Consulta. Bisogna usare moderazione su questo tema, anche perché il gettito massimo che si può ricavare in un biennio non supera i 250 milioni".

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