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Manovra, altro tradimento sulle pensioni: gli assegni che vengono tagliati a sorpresa

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Davide Locano
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Sulle «pensioni d'oro» era stata fatta una promessa. «Il nostro ricalcolo», aveva detto Luigi Di Maio parlando del taglio degli assegni, «si basa su un calcolo oggettivo ed un principio: quanto i pensionati dovrebbero prendere di pensione in base ai contributi versati». La decurtazione, dunque, doveva riguardare solo la parte dell'assegno mensile non "giustificata" dai contributi. Il testo definitivo della manovra dice che pure questo impegno è stato tradito. Del resto, che un conteggio come quello annunciato da Di Maio fosse impossibile da fare, a causa della mancanza dei dati necessari a ricostruire le pensioni di milioni di italiani, era cosa nota da tempo, anche al ministro del Lavoro. Leggi anche: Pensioni, quanto perde che ha un assegno da 2mila euro Così la manovra risparmia dalla mannaia solo le pensioni «interamente» costruite con il sistema contributivo, che sono quelle di chi ha iniziato a lavorare dopo il primo gennaio 1996: una piccola quota. Sulla grande maggioranza dei trattamenti previdenziali, figli del sistema misto retributivo-contributivo, scatta il taglio indiscriminato a partire dai centomila euro lordi su base annua: non ci sarà alcun «ricalcolo» per stabilire la corrispondenza tra assegno e contributi versati. Il taglio della rivalutazione che non risparmia nemmeno le pensioni da 1.500 euro conferma che l' unico obiettivo è fare cassa.

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