Orlando tira dritto: "Andrò dal giudice civile"
Palermo, 3 gen. (AdnKronos) - Leoluca Orlando tira dritto. "Ho dato incarico al capo ufficio legale del Comune di Palermo di adire davanti al giudice civile per sottoporre la questione del Dl Sicurezza" annuncia il sindaco di Palermo all'Adnkronos, tornando a parlare della polemica sull'applicazione del Dl Salvini sui migranti. "Io vado davanti al giudice civile - spiega Orlando - perché siccome non posso andare direttamente alla Corte costituzionale, mi rivolgo direttamente al giudice civile. Un sindaco cosa fa? Solleva la questione in un processo e, quindi, io andrò davanti al giudice dei diritti della sezione civile e chiederò un'azione sulla conformità della norma". E aggiunge: "Se si ritiene che la questione non sia manifestamente infondata e rilevante ai fini della decisione della causa, invito a rimettere gli atti alla Corte costituzionale". Ieri il primo cittadino di Palermo ha annunciato la sospensione dell'applicazione del decreto nella parte che riguarda i migranti. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha detto a chiare lettere che la parte della legge sicurezza "in contrasto con la Costituzione non verrà assolutamente applicata". E Dario Nardella, sindaco di Firenze, ha spiegato che la città "non si piegherà al ricatto che è contenuto nel decreto" e quindi "in modo legale troveremo una soluzione". Rilievi sono stati mossi anche dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, per il quale "il decreto provoca problemi alle città". Quanto alla promulgazione del decreto da parte del Capo dello Stato, Orlando evidenzia che "il Presidente della Repubblica promulga le leggi in base a valutazioni che sono istituzionali. Ma il giudizio sulla costituzionalità delle leggi non spetta al Presidente della Repubblica, spetta alla Corte costituzionale". "Mi limito a ricordare - rileva - che sono parecchie migliaia le leggi dichiarate incostituzionali ancorché promulgate da Presidenti che svolgevano egregiamente il loro compito". Ieri il vicepremier Matteo Salvini, parlando delle polemiche sulla sospensione dell'applicazione del Dl Sicurezza, si è detto "curioso di capire se i sindaci rinunceranno anche ai poteri straordinari previsti dal decreto. Immagino che rinunciate anche a tutti i soldi che il decreto aggiunge per le vostre città...". "Non cado nella trappola di rispondere alle incomprensibili e nervose dichiarazioni del ministro Salvini - dice Orlando nell'intervista all'Adnkronos - Ritengo del tutto improprio che, di fronte a un sindaco che cerca di rispettare l'anima di una città e la sua cultura dell'accoglienza, affermi che la città dovrebbe rinunciare a fondi che sono stanziati per lo sviluppo della stessa città. Mi sembrano due cose assolutamente non assimilabili, quindi non cado nella sua provocazione". Sul decreto sicurezza oggi tornano anche i sindaci Luigi de Magistris e Dario Nardella. "Iscriverei un richiedente asilo a Napoli all'anagrafe? Assolutamente sì, di fronte a persone che hanno dei diritti che devono essere riconosciuti il Comune di Napoli risponderà alla Costituzione, non a Salvini" scandisce senza mezzi termini il primo cittadino, commentando a Radio Crc le dichiarazioni del vicepremier secondo cui i sindaci che sospenderanno il decreto sicurezza "ne risponderanno" in Tribunale. Per Dario Nardella "un ministro dell'Interno si dovrebbe occupare di questo, non di inquisire i sindaci ma di ascoltarli" e spiega che sul decreto sicurezza, da lui ribattezzato "decreto insicurezza", "a Firenze non violeremo alcuna legge: io non darò istruzioni in questo senso. Ma apriremo un tavolo con tutto il mondo del volontariato, del terzo settore, del lavoro e delle istituzioni locali per azzerare gli effetti nefandi e negativi di questo decreto in attesa che si apra una vertenza vera a livello nazionale non per sospendere la legge ma per riscriverla in molte sue parti". "Stiamo valutando insieme ai nostri avvocati e con alcuni costituzionalisti anche una strada" perché sul decreto sicurezza "si possa arrivare alla Corte costituzionale". Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, responsabile Enti locali del Pd, considera "molto opportuna" la presa di posizione di Orlando e de Magistris "perché mette in evidenza tutte le contraddizioni di un decreto che in verità sta creando insicurezza". Quanto a Salvini, dice Ricci all'Adnkronos, "se invece di rispondere in maniera come al solito irruenta e strumentale, minacciando, ragionasse sulla protesta si renderebbe conto della necessità di aprire subito un tavolo di confronto".