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Decreto sicurezza, Giuseppe Conte tenta la mediazione tra Salvini e i sindaci

Gino Coala
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Arriva da palazzo Chigi il tentativo di mediazione tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e la pattuglia di sindaci ribelli al decreto Sicurezza, con il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, in testa. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha invitato l'Anci, l'associazione dei comuni italiani, a partecipare a un tavolo con il governo, per ridiscutere soprattutto della parte che riguarda i diritti degli immigrati, a cominciare dall'articolo 13 della legge, che nega l'iscrizione all'anagrafe per i richiedenti asilo. Leggi anche: Decreto sicurezza, parla il costituzionalista Onida: "Un sindaco non può fregarsene delle leggi" I toni dello scontro erano degenerati nel giro di pochissime ore, con Salvini da una parte che ha invitato i sindaci alle dimissioni perché non fanno rispettare una legge votata dal Parlamento e firmata dal Presidente della Repubblica, e de Magistris che oltre alle dimissioni dello stesso Salvini, ne aveva anche ipotizzato un processo. Fino all'apice con il ministro dell'Interno che ha direttamente insultato i sindaci: "Amici dei clandestini, traditori degli italiani!". A dare man forte a Salvini è intervenuto anche Luigi Di Maio, attirato anche dall'opportunità di attaccare l'atavico nemico de Magistris, accusando i sindaci ribelli di sfruttare la polemica per sentirsi un po' più di sinistra e cavalcare le proteste per fare campagna elettorale. A sbloccare lo stallo è stata poi l'indiscrezione arrivata dal Quirinale, secondo la quale Sergio Mattarella sarebbe stato particolarmente irritato per il braccio di ferro tra sindaci e Viminale. L'intervento di Conte ne è stata la logica conseguenza, nel tentativo di gettare acqua su un incendio ormai vastissimo.

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