Buvette più cara
Montecitorio
Roma, 7 gen. (AdnKronos) - Il 2019 comincia nel segno degli aumenti. E a salire non è solo la pressione fiscale, come riporta l'Istat nell'ultimo report. Ma anche il prezzo di caffè, spremute e panini consumati dagli onorevoli alla buvette di Montecitorio. La sorpresa - per giornalisti, parlamentari e addetti ai lavori - è arrivata oggi alla cassa del bar del Parlamento, dove è stato esposto il nuovo tariffario. Se prima un caffè costava 90 centesimi ora toccherà sborsare un euro. 55 centesimi per una bottiglietta d'acqua che prima ne costava solo 50. Per una piadina la tariffa sale da 3,50 euro a 3,85 euro e per una coppetta di frutta da 2 a 2,20 euro. E così via. Il nuovo listino è il risultato della gara vinta dalla Cir Food, cooperativa italiana di ristorazione che si è aggiudicata l'appalto del servizio di ristorazione a Palazzo Montecitorio, sostituendo Compass group Italia. Alla Cirfood abbiamo chiesto le ragioni dei rincari. "La Camera dei deputati - spiega all'Adnkronos Daniela Fabbi, Communication Manager della società - ha introdotto per la prima volta nel bando i criteri ambientali minimi, chiedendo l'applicazione dei cosiddetti 'Cam'. Questo comporta la scelta di categorie merceologiche di maggiore qualità dei prodotti a cui corrisponde un leggero adeguamento dei prezzi, poiché verranno servite molte più materie prime di origine biologica e certificate Dop e Igp". Inoltre, sottolinea Fabbi, "Cir Food si è aggiudicata il servizio ottenendo il massimo del punteggio qualitativo con la miglior offerta economica". Il bando in questione è stato indetto dalla Camera nel settembre del 2017. La durata del contratto d'appalto è di 48 mesi, valore stimato - si legge nel documento pubblicato sul sito di Montecitorio - 25 milioni 300mila euro. Nel 2017 Cir Food, stando all'ultimo bilancio, ha totalizzato ricavi per 660 milioni di euro, un utile netto di 10 milioni e ha prodotto e servito un totale di 100 milioni di pasti. Il nuovo corso viene salutato con favore dal questore della Camera Federico D'Incà, deputato del M5S. "Iniziamo l'anno con il piede giusto. Nel nuovo appalto che è partito in questi giorni con la Cir Food - scrive su Fb il parlamentare bellunese - la Camera dei deputati non paga più il canone annuale di gestione per la buvette. Complessivamente l'amministrazione e quindi i cittadini risparmiano € 189.000 sul totale dell'appalto per la ristorazione interna (compresa la buvette) e ci sono aumenti medi del 10% per le singole voci". "In merito ai prezzi della buvette - sottolinea ancora l'esponente grillino - questi sono stati allineati a quelli di mercato perché erano fermi al listino depositato ai tempi della Presidenza Fini. Un altro passo avanti nella diminuzione dei costi della Camera dei deputati". Subiscono un rincaro anche gli aperitivi, tanto amati dai parlamentari: un bicchiere di prosecco, accompagnato da patatine, frutta secca e pizzette, costerà 4,40 euro; gli aperitivi alcolici 4,95 euro. Per un Crodino o altri aperitivi analcolici il prezzo si attesta a 3,80 euro invece di 3,50. Mentre una spremuta, che prima voleva 2,50 euro, oggi ne costerà 2,75. Ma non è tutto. Più 'salati' anche i fritti (arancini, schiacciatine rustiche, supplì), che passano a 1,65 euro al pezzo, gettonatissimi tra i parlamentari. Un trancio di pizza bianca o rossa costa da oggi 1,10 euro, mentre una marinara/capricciosa/funghi/ecc. 2,75 euro. Medesimo prezzo per quanto riguarda la pizzetta rossa tonda, mentre una romana farcita arriva a costare 3,30 euro. Per le rosette e per i panini vegani il costo è lo stesso: 3,05 euro.