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Governo, soldi a cani e porci e terremotati umiliati: l'ultima vergogna

Davide Locano
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Ad Accumoli il Comune non ha i soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti assunti per fronteggiare l'emergenza dopo il terremoto, ma tra qualche settimana i nullafacenti di tutta Italia potranno mettere in tasca diverse centinaia di euro senza muovere un dito. A Norcia scuole, ospedali, presidi sanitari, case di riposo, caserme e cimiteri sono esattamente come 26 mesi fa, ovvero diroccati e inagibili, ma per i pensionati che non hanno mai versato un euro di contributi nella loro vita è in arrivo un bell' arrotondamento dell' assegno sociale. Nelle Marche ci sono ancora 70mila sfollati senza dimora e ad Amatrice il sindaco Filippo Palombini ha dichiarato che i suoi concittadini «durante le feste hanno capito di essere più soli dell' anno passato», ma a Palazzo Chigi si è rischiata una crisi di governo per trovare una sistemazione confortevole ad un pugno di profughi raccolti dalla Sea Watch davanti alle coste libiche. I terremotati sono i primi a non voler essere trascinati in uno scontro politico o in quella che definiscono «una guerra tra poveri». L' idea, suggerita anche dalle dichiarazioni di Matteo Salvini, di una alternativa tra salvare i clandestini o aiutare le popolazioni colpite dal sisma del 2016, o dalle scosse degli anni precedenti, non gli piace. E nessuno può biasimarli. Troppe volte i politici si sono presi gioco di loro. Li hanno utilizzati per passerelle elettorali, per spot improvvisati all' ombra delle macerie, per gite propagandistiche tra la disperazione. Come quella programmata per lunedì prossimo dal sottosegretario con delega alla ricostruzione Vito Crimi, che tra una minaccia alla stampa e un taglio all' editoria ha trovato il tempo per farsi un giretto nella provincia di Rieti insieme al commissario Piero Farabollini. La rabbia, l' indignazione e l' esasperazione dei cittadini travolti dalla furia degli elementi prima e dall' inerzia delle istituzioni poi non cambiano, però, la sostanza delle cose. Mentre il Paese si mobilita per dare un rifugio dignitoso agli immigrati, nelle Marche, in Umbria, nel Lazio e in Abruzzo ci sono decine di migliaia di persone senza casa e altrettante che vivono in sistemazioni di fortuna. Mentre il vicepremier Luigi Di Maio distribuisce miliardi a piene mani per il reddito e le pensioni di cittadinanza, che finiranno anche nel portafogli di chi falsifica l' Isee, non paga le tasse o simula una disabilità, la ricostruzione nelle aree del cratere non parte, gli aiuti economici non arrivano, gli sconti fiscali saltano. Leggi anche: Giuseppe Conte, incontro al Colle e svolta anti-Salvini EMERGENZA Certo, direte voi, dopo più di due anni l' emergenza, almeno nella sua fase più acuta, sarà stata superata. Ebbene, ecco cosa ha dichiarato ieri a Fanpage.it Francesco Pastorella, il portavoce dei Comitati terremoto centro Italia, coordinamento che racchiude 114 realtà sorte in tutte e quattro le regioni coinvolte: «Dodicimila posti di lavoro sono andati perduti e il tasso di povertà è in forte crescita, solo la metà delle macerie è stata portata via e appena il 10% delle pratiche di ricostruzione è stato presentato. E di queste solo il 30% è stato approvato. In questo quadro lo stato psicologico dei terremotati è disastroso ed aumenta il consumo di psicofarmaci». Di tenore molto simile la lettera aperta spedita dal Comitato di rinascita Norcia al vicepremier Salvini sui temi della sicurezza: «Stiamo perdendo la speranza in una rinascita del nostro territorio. I presidi sono diminuiti enormemente. L' esercito assicura la sua presenza in maniera più limitata. La polizia di Spoleto non fa più servizio e l' organico della compagnia Carabinieri è molto sottodimensionato». Le responsabilità, ovviamente, non sono tutte dell' esecutivo gialloverde. Anzi. CAMBIAMENTO Ma il cambiamento del governo del cambiamento s' è visto davvero poco. «Ad oggi», ha spiegato Pastorella, «nessuna delle promesse che Salvini e Di Maio ci avevano fatto in campagna elettorale sono state rispettate, nessuno incentivo per l' occupazione nelle aree terremotate, nessuna no tax area come avevamo richiesto, non è stato approvato un reddito di cratere per sostenere le persone più in difficoltà, nessuna misura per supportare il turismo nelle regioni coinvolte, nessun aiuto psicologico. Nulla è stato fatto. Eppure molti terremotati avevano riposto in Lega e Cinque Stelle molte speranze, come testimoniano i consensi conseguiti dal governo nel cratere». Prendi i voti e scappa. Non è la prima volta. Non sarà l' ultima. La beffa, però, è che il governo non solo non ha aiutato, ma ha anche peggiorato la situazione. Come ha spiegato chiaramente il commissario alla ricostruzione Farabollini. «Vista la situazione eccezionale e drammatica che i terremotati stanno affrontando», ha detto il geologo confermato nell' incarico pochi giorni fa, «ho chiesto di andare in deroga al decreto dignità, di cui restano condivisibili le intenzioni, ma che ci porterebbe a perdere il prezioso supporto di decine di giovani che svolgono le attività istruttorie della ricostruzione». Giovani assunti a tempo determinato per due anni, che non potranno più essere confermati. Nel nome della loro dignità. A quella dei terremotati ci si penserà nella prossima campagna elettorale. Che tra l' altro è già pronta a partire. di Sandro Iacometti

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