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Matteo Salvini, l'attacco leghista contro la Bce e il candidato tedesco: come vuol ribaltare l'istituto

Gino Coala
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Dietro l'ultimo attacco di Matteo Salvini contro la Bce c'è la vera strategia del leader della Lega sul futuro dell'istituto di Francoforte in vista dei due passaggi chiave del 2019: le elezioni Europee del 26 maggio e la scadenza del mandato del governatore Mario Draghi a novembre. L'occasione utile per puntare il dito contro la vigilanza Bce è stato l'ordine arrivato dalla Bce agli istituti di credito italiani, costretti a smaltire l'intero stock dei crediti deteriorati. Una manovra che può costare all'Italia fino a 15 miliardi di euro, con ricadute pesanti tanto alle banche, quando al sistema economico del Paese. Leggi anche: Banche, agguato della Bce sugli istituti bancari: ci vogliono morti Ora più che mai, la Lega non fa segreto di voler cambiare il ruolo finora svolto dalla Bce. Ma per farlo, Salvini sa che alle prossime europee deve arrivare in testa a un grande schieramento sovranista, abbastanza esteso da avere la forza di ribaltare le istituzioni europee. Il primo attacco è già arrivato nei giorni scorsi da Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista alla fine della loro gita a Strasburgo. Quando hanno scoperto che la Commissione europea gode di due sedi, una a Bruxelles e l'altra a Strasburgo, hanno trovato il loro obiettivo facile da sbandierare a favore degli elettori. L'obiettivo di Salvini è ben più ambizioso e punta dritto a Francoforte. I leghisti si sono già espressi contro il candidato voluto da Angela Merkel per la guida della Bce, il tedesco Jens Weidmann. Nella strategia del Carroccio però non c'è solo riuscire a influenzare la scelta del prossimo governatore, ma cambiare anche la natura della Banca centrale europea. Come riporta la Stampa, la speranza è di riuscire a trasformarla in "prestatore di ultima istanza", cioè un istituto di credito che concede prestiti in una situazione di crisi per proteggere i risparmiatori. Una trasformazione più in stile Federal reserve, che se non dovesse andare completamente in porto, almeno dovrebbe spingere la Bce a intervenire in modo più agevole nelle crisi bancarie, evitando ripercussioni sulle casse dei governi nazionali. I temi sul tavolo sono solo in apparenza molto tecnici, di fatto hanno una profonda natura politica. In questa chiave andrebbe letta l'ultima cannonata di Salvini contro la Bce: "Occorre una trasparenza assoluta sulle decisioni della Bce - ha detto il leghista - come è stato recentemente ribadito dalla stessa Corte dei conti europea che lamenta di non essere messa dalla Bce in condizioni di controllare i motivi di decisioni così importanti per i portafogli dei risparmiatori". La battaglia è appena cominciata. 

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