Luigi Di Maio peggio di Matteo Renzi: sondaggio, quanto perde il M5s ogni mese
Nel 2054, recita un video prodotto dalla Casaleggio Associati, molti lavori non esisteranno più. Poco male, penserà con la mente rivolta ai figli e ai nipoti chi fino a oggi ha trascorso l' esistenza a girarsi i pollici e da qualche mese freme in attesa di ricevere il reddito di cittadinanza. Il sussidio di Stato ci sarà ancora, no? La speranza dei mantenuti grillini è questa, naturalmente. Peccato però (o per fortuna, dipende dai punti di vista) che nel 2054, avanti di questo passo, delle Cinque Stelle del Movimento non sarà rimasta neanche la polvere. Non ci attribuiamo doti divinatorie: quelle le lasciamo volentieri a Giggino Di Maio, per il quale l' Italia è a un passo da una straordinaria crescita economica, al suo collega Toninelli, che vede tunnel che ancora non esistono, all' abbronzato rivoluzionario Dibba e al sottosegretario gaffeur Castelli. Noi preferiamo volare bassi e analizzare i numeri, che per i penstastellati sono terribili. Dalle elezioni dello scorso 4 marzo i discepoli del comico genovese hanno perso il 7,5%. Dal 32,7 delle ultime politiche i grillini sono scesi al 25,2 (sondaggio Swg per il tg de La 7). Di fatto Giggino e il Dibba perdono circa lo 0,8% ogni mese. Leggi anche: Il sondaggio di Mentana certifica il crollo M5s L'APICE, POI LA FINE Il dato è ancora più impietoso se pensiamo che nelle settimane successive al voto il Movimento aveva toccato il 34,9 (il crollo visto da qui è di un punto al mese). A giugno è calato al 29,2, a settembre al 28,7, fino appunto al 25,4 attestato dalla media delle rilevazioni. Stando a Noto Sondaggi i grillini sarebbero addirittura al 23. Mai nessuno era riuscito in un' impresa simile. Sbagliato, direte: il Pd è passato dal 40,8% delle Europee del 2014 al 18 dell' ultima tornata. C' è però un piccolo particolare: Renzi ha impiegato 4 anni per compiere il capolavoro, mentre ai 5 Stelle è bastato neanche un quarto del tempo. È indubbio che parte dell' elettorato storico grillino si sia sentito tradito dalla decurtazione del reddito di cittadinanza, dal balletto sulla Tav, sul Tap, sulle trivelle, sull' immigrazione. I non militanti che invece meno di un anno fa, delusi dai soliti partiti, avevano deciso di votare i pentastellati per vederli all' opera hanno già visto e sentito abbastanza. Prendete solo uno stralcio dell' intervista di ieri di Davide Casaleggio al Corriere: «Occorrerà istituire dei meccanismi di redistribuzione del reddito svincolati dall' occupazione che supportino la domanda» ha affermato. Se il Movimento Cinque Stelle piange, però, per una volta anche la Lega non ha soltanto motivi per ridere. Secondo un sondaggio Euromedia per Porta a Porta, infatti, il Carroccio sarebbe sì ancora saldamente in testa, al 31,2%, ma in calo rispetto a dicembre di ben 2,7 punti. Tendenza confermata anche da Piepoli (sempre per Porta a Porta), che dà Salvini in calo dello 0,5%, a quota 30,5. Elettori del Nord delusi? Forse, considerando che la puntata con Salvini ospite da Vespa ha fatto ascolti molto buoni soprattutto al Sud. GUADAGNANO I MORTI Guardando i sondaggi emerge un altro dato interessante. Liberi e Uguali, il partito di cui erano leader (si fa per dire ovviamente) l' ex presidente della Camera Boldrini e l' omologo al Senato, Grasso, ora che non esiste più - è stato sciolto a novembre - guadagna consensi. Com' è possibile? Le varie sigle che ne facevano parte (Mdp, Sinistra Italiana e altri) adesso che sono slegate tra loro attecchiscono di più nell' elettorato. Non siamo di fronte a un' irresistibile ascesa, è chiaro. Però stando all' ultimo sondaggio Swg gli ex di Leu in una settimana sono passati dal 2,8 al 3,1%. Il che conferma la passione dell' elettorato di Sinistra per i partiti morti e sepolti. di Alessandro Gonzato