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Giuseppe Conte, nello staff Samir Hassan ex leader di "Mai con Salvini": cosa scrive ancora oggi sul leghista

Giulio Bucchi
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Il più acerrimo nemico di Matteo Salvini siede a Palazzo Chigi. È Samir Hassan, romano di origini egiziane, che oggi lavora nello staff del premier Giuseppe Conte scelto da Rocco Casalino in persona e che nel 2015 era invece il portavoce del movimento Mai con Salvini, sceso in piazza per contestare la Lega e CasaPound. Noto negli ambienti della sinistra antagonista, scrive la Stampa, in realtà Hassan anche una volta a libro paga del governo di cui il "fascista" Salvini è vicepremier non ha mai rinnegato la sua linea. E anzi, questo il paradosso, la sbandiera fiera sui social più o meno con gli stessi toni con cui si era reso famoso quattro anni fa. GUARDA IL VIDEO - Salvini sgombera i migranti e la deputata rossa si butta sul pullman per bloccarlo "Splende un sole antifascista oggi a Roma - spiegava all'epoca -. Siamo qui a dire che rifiutiamo in modo assoluto qualunque tipo di politica razzista e xenofoba che vediamo in piazza del Popolo con Salvini. Una piazza che flirta con i fascisti". E oggi, che in tema di immigrazione e sicurezza l'odiato Salvini detta la linea a Conte e a Luigi Di Maio? Lo scorso luglio, nel pieno dal caos "porti chiusi" scriveva: "Il problema non è quindi il povero nero ma il nero povero: l'immigrato arrivato col barcone additato come capro espiatorio della crisi economica. Mentre, se arrivasse con lo yacht, verrebbe accolto con tutti gli onori". Non mancano commenti, riporta sempre la Stampa, anche sul caso Cesare Battisti. Ad esempio, quando si inizia a parlare della sua cattura e il terrorista rosso inizia la sua ultima, breve fuga Hassan commenta sarcastico con un "vento in poppa!" su Twitter. E quando Battisti viene catturato, prima consiglia la lettura di un commento di Adriano Sofri perché "non urlato con la vena gonfia di giustizialismo d'accatto di questi giorni", e poi ritwitta Alessandro Robecchi: "Lo show di Stato per la cattura di un uomo sconfitto, l'esibizione del trofeo, il linciaggio. Sono tempi di salvinismo tribale. E i Salvini sono tanti". Talmente tanti che a volta capita di ritrovarselo accanto al governo. Sarà la coerenza.

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