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Sergio Mattarella, Marzio Breda: la svolta del presidente "rassegnato" a diventare interventista

Cristina Agostini
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Alla fine anche Sergio Mattarella è diventato, esattamente come i suoi predecessori, un interventista. Nonostante il suo minimalismo, anche l'attuale presidente della Repubblica non fa eccezione. Certo, scrive il quirinalista del Corriere della Sera Marzio Breda, "non gli piace l'idea che si parli di fase 1 e fase 2 del mandato e ritrovarsi troppo sulla scena" ma "è un dato oggettivo che il 2018 abbia rappresentato una svolta decisiva per questo Quirinale". Leggi anche: Sea Watch verso il sequestro. Governo d'acciaio sui migranti: così "forzano la mano" ai pm Mattarella, però, si sarebbe "rassegnato" a questo "cambio di passo". Un mutamento scattato dopo il 4 marzo "quando il risultato delle urne gli impone di fronteggiare una stagione inedita. Evaporata la maggioranza che lo aveva eletto, composta da partiti collaudati da una lunga esperienza politica, deve fronteggiare un campo di forze populiste e sovraniste che esprimono proposte drogate dall'azzardo e contraddittorie oltre che, specie per i 5 Stelle, con lacune d'esperienza da colmare. È così che lo schivo e laconico giurista i cui ascendenti sono Sturzo, De Gasperi, Moro e il fratello Piersanti (cresciuto quindi nella cultura della complessità) è costretto a farsi più forte e giustifica la trasformazione, collocandola nella logica dei poteri «a fisarmonica» assegnati ai presidenti", continua Breda. Uno dei momenti rivelatori è quando Mattarella "si scoprì costretto a spiegare in tv, era il 27 maggio, quel che aveva fatto per «agevolare il tentativo di dar vita a un governo», tentativo abortito appunto su Savona. «Nelle prossime ore assumerò un'iniziativa», aveva concluso, rovesciando lo schema e avvertendo dell'imminente incarico all'economista Carlo Cottarelli sotto l'urgenza dello spread e delle inquietudini dell' Unione europea. E lì, dopo che quella minaccia aveva favorito l' accordo in extremis per il varo dell'esecutivo Conte alla vigilia della festa della Repubblica", conclude Breda, "si è capito che Mattarella era ben altro che un'autorità disarmata. E che dietro la sua icona di mitezza c'era la determinazione di un esperto «traghettatore» deciso a provarle tutte e in cui a 

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