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Alessandro Di Battista, la vergogna: avete notato? Attacca Fazio e Vespa solo dopo aver...

Gino Coala
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Puntuale come l'influenza invernale, Alessandro Di Battista ha rispolverato lo storico cavallo di battaglia grillino contro gli stipendi di "certi conduttori" in Rai, primi fra tutto Fabio Fazio e Bruno Vespa, oltre che dei parlamentari e dirigenti pubblici. Dibba è uno che non le manda a dire, così dai palchi dell'Abruzzo, dove è in tour elettorale per le prossime elezioni Regionali, si è scagliato come una catapulta contro quello che a sentirlo sembrerebbe il più annoso dei problemi che attanagliano il Paese in recessione. Gli ingaggi dei conduttori di Che tempo che fa e Porta a porta non rispettano il famigerato tetto di 250mila euro imposto a giornalisti e manager di viale Mazzini. Uno sfregio insopportabile per Dibba nei confronti degli italiani che pagano il Canone, di cui però si è ricordato solo quando dagli studi di Saxa Rubra è andato via. Leggi anche: Di Maio contro Fazio: "Taglio allo stipendio, ecco quando" L'ex parlamentare di grillino, da buon cuor di leone ha pensato bene di attaccare Fazio e Vespa al portafogli solo dopo aver accettato l'invito a partecipare alle loro trasmissioni. In una sola settimana, i telespettatori italiani si sono dovuti sorbire Dibba prima seduto sulla poltrona di Fazio a raccontarci quanto fosse umano lui che vuole accogliere tutti gli immigrati a differenza del brutto e cattivo Matteo Salvini. E poi da Vespa, dove ha sfarfallato sulla Tav che non va fatta e grandi opere ai livelli di un Toninelli qualunque. Finché Dibba ha goduto dei riflettori di viale Mazzini non ha battuto ciglio, mai un cenno agli ingaggi di Fazio e Vespa mentre era nei loro salotti, neanche una parola sugli sprechi della Rai finché non ha messo piede fuori dagli studi. L'ennesima prova di coraggio (e coerenza) del Che Guevara della Tuscia, alla ricerca di un ruolo nel M5s ancora tutto da decifrare, alle prese con il crollo nei sondaggi dopo le sue stesse apparizioni in tv. Forse è meglio programmare davvero un altro viaggio in un altro continente.

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