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Marco Travaglio, come si fa ridere dietro da tutta l'Italia: "Perché non sono grillino"

Gino Coala
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Un giorno all'improvviso Marco Travaglio si è svegliato e ha deciso di convincere l'Italia che né lui né il suo giornale siano mai stati grillini. Il direttorissimo nel suo ultimo editoriale si è arrampicato sugli specchi, nel disperato tentativo di prendere le distanze dai sempre più imbarazzanti grillini al governo. In fondo come si può sospettare che Travaglio e compagni siano "il giornale dei grillini", si chiede, dopo che aver titolato ieri "Mezzo M5s parla come B.", per criticare Luigi Di Maio e soci che "si avviano festosamente al suicidio collettivo con il no all'autorizzazione a procedere contro Salvini". Ormai neanche Travaglio vuol farsi travolgere dalla crisi di consensi che sta devastando il M5s, ma il tentativo di smarcarsi sembra a dir poco tardivo, per essere credibile. Leggi anche: Travaglio suggerisce il nome di Di Maio: "Chi dovete cacciare dalla tv" E poco importa se Travaglio ha passato gli ultimi anni a saltellare da un palco all'altro allestito proprio dal M5s, sicuramente solo per presentare i suoi libri. Trascurabile anche che per riuscire a scorgere qualche ammissione di colpa sull'incompetenza dei grillini, i lettori hanno dovuto aspettare che i vari Danilo Toninelli e Laura Castelli si rendessero ridicoli in mondovisione. Travaglio ribadisce che il suo giornale non è "l'house organ" del M5s, per carità: a furia di ripeterlo, magari qualcuno potrà credergli.

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