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Matteo Renzi, i clamorosi sms con cui inchioda Giuseppe Conte: "Ecco cosa mi scriveva", premier smascherato

Cristina Agostini
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Non è certo fuori dalla scena politica Matteo Renzi. Lo mette nero su bianco nel suo libro Un'altra strada. Idee per l'Italia di domani, edito da Marsilio, di cui si legge qualche anticipazione sul Corriere della Sera: "Come disse Isaia: per amore del mio popolo non tacerò". E ancora: "Io penso che ci si penta in chiesa e non in politica. A differenza dei comunisti, penso che se uno si deve pentire si pente davanti a un confessore. Non vengo dalla cultura comunista, come penso si sia visto anche sulla vicenda Maduro. Che qualcuno difenda la dittatura comunista per me è insopportabile". Leggi anche: "Il Pd guadagna in Abruzzo". La Morani oltre il ridicolo Certo di errori ne ha fatti. Lo sa bene: doveva dimettersi "definitivamente subito dopo la sconfitta". Ma "niente terapia di gruppo, non l'avranno. Anche perché penso che noi eravamo davvero meglio di come sono loro ora". "Loro" sono quelli del governo Lega-M5s guidato da Giuseppe Conte: "Dice che è l'avvocato del popolo: ma quando mai! Ero io l'estraneo, il barbaro, l'anti-establishment. Lui è l'establishment. Non a caso diventa professore messo in cattedra da Alpa, sul cui concorso i dubbi sono enormi. È sempre stato dentro le cose. Ci ricordiamo i gran complimenti che ci faceva quando eravamo al governo noi. Conserviamo ancora i messaggini di lode". 

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