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Erika Stefani: "L'autonomia per le Regioni dopo le europee? Da parte dei Cinque Stelle non sarebbe leale"

Cristina Agostini
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"Io penso che sia del tutto corretto che su un tema di questa portata ci sia un coinvolgimento del Parlamento. E sono assolutamente a disposizione perché questo coinvolgimento avvenga". Erika Stefani,  in una intervista a Il Corriere della sera, afferma che non c'è alcuna battuta di arresto sull'autonomia delle Regioni: la data del 15 febbraio "me la segnerò nei miei personali annales. Si è ufficialmente chiusa la trattativa tecnica sull'autonomia. Ha richiesto 85 incontri serrati, alcuni dei quali durati otto ore. Abbiamo trattato su 23 materie per due Regioni e su 15 per l'Emilia. Abbiamo costruito la parte finanziaria e portato sul tavolo i temi chiusi. Ora, restano da affrontare alcuni nodi politici. Per dirla in un altro modo: abbiamo ben chiaro quello che si può fare, ora bisogna verificare quello che si vuole fare". Leggi anche: Salvini Caterpillar, la voce: "Stavolta va fino in fondo". Dal cuore della Lega, crisi di governo. Di Maio? Addio "Io non so se l'intesa sia emendabile: sono dell'opinione che non lo sia. È lo stesso tipo di questione che esiste per i trattati internazionali o per gli accordi con le confessioni religiose. Detto, questo se esistono interpretazioni giurisprudenziali diverse, siamo pronti ad ascoltarle. Ma in ogni caso, prima della firma dell'intesa noi siamo assolutamente pronti al confronto con il Parlamento. Anche perché siamo convinti che l'autonomia spaventi soltanto chi non la conosce". L'obiettivo dei 5 Stelle è quello di rinviare le autonomie a dopo il giro di boa delle europee? "Se questa fosse la volontà - ha risposto Stefani - credo non sarebbe leale. Tutti i temi del contratto di governo, anche i più complessi, li abbiamo sempre affrontati e poi risolti". 

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