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Nicola Porro, verso la disgrazia economica: "Che brutta fine farà l'Italia", informazioni riservate

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Davide Locano
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"Il ministro dell'Economia Tria sulla Tav ha parlato chiaro e bene - esordisce Nicola Porro in un editoriale su Il Giornale -. Non si è soffermato tanto sulla bontà del progetto della Torino-Lione, non ha parlato dei suoi benefici ed eventuali costi. Ha buttato la palla su un altro campo: l'unico evidentemente in cui un economista prestato al Tesoro poteva giocare. Se dovessimo cancellare la Tav, ha più o meno detto, sarebbe un segnale grave". Dopo queste premesse, Porro passa all'attacco sottolineando come se si cancellasse l'opera nessuno "si fiderebbe dell'Italia. Ogni esecutivo potrebbe cambiare le carte in tavola con i suoi contraenti disconoscendo le firme apposte da chi lo ha preceduto. L' effetto economico sarebbe devastante: chi mai verrà ad investire in Italia", si chiede. E ancora, Porro aggiunge che "è difficile spiegare" quanto accaduto "ai burocrati europei, che peraltro hanno milioni di buoni interessi per spostare risorse dall'Italia ad altri Paesi. È difficile spiegare a chiunque che il nostro ministro dei Trasporti dice che i bandi di gara (da fare entro dieci giorni, pena la perdita di finanziamenti per 300 milioni) si facciano pure nei termini previsti, tanto restano sei mesi per cancellarli una volta approvati", rimarca. Insomma, il gran pastrocchio sulla Tav, per Porro, potrebbe avere pesantissime ripercussioni su questo governo. Leggi anche: Nicola Porro all'attacco della Prestigiacomo

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