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Nicola Zingaretti, il segretario del Pd incassa il primo no: Emma Bonino lo scarica da subito

Gino Coala
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Nicola Zingaretti ha dovuto capire molto presto che per attirare possibili alleati non basta non essere Matteo Renzi. Il nuovo segretario del Pd ha provato ad accelerare le pratiche per la formazione della lista di candidati alle prossime Europee. A lui piaceva l'idea di Carlo Calenda di rimettere insieme la banda del centrosinistra in stile Ulivo di Romano Prodi, ma dell'ex premier il governatore del Lazio sembra non avere neanche un briciolo di appeal. Leggi anche: Zingaretti, usato sicuro per il Pd: non solo Zanda, torna anche Gentiloni Il progetto di un listone europeista parte già monco, gli unici ad accettare la zattera sgangherata dei dem è l'ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e qualche mezzo sconosciuto della società civile. Niente da fare invece per Emma Bonino, che ha già servito il due picche al fratello del commissario Montalbano. Al primo incontro da +Europa è arrivato solo un sonoro no: "Noi ci presentiamo con il nostro simbolo - ha detto a Repubblica Bruno Tabacci, regista della vittoria di Benedetto della Vedova alla segreteria del partitino - La legge elettorale spinge in questa direzione. Che senso ha fare una lista unica? Eppoi, noi a Strasburgo stiamo nel gruppo dei liberademocratici e non in quello del Pse. Poi - ha aggiunto Tabacci - in futuro, quando si voterà in Italia vedremo se sarà meglio dar vita a un soggetto unico o una coalizione. Di certo staremo con il centrosinistra". Tabacci e la Bonino vogliono pesarsi prima di gettarsi nel mare torbido del Pd. Ma Zingaretti non demorde e ancora oggi rilancia un nuovo approccio: "Il lavoro per una lista aperta e unitaria alle europee va avanti - ha garantito - Prossima settimana ci sarà un altro incontro con +Europa: verificheremo le loro scelte ma, qualunque saranno le loro decisioni, combatteremo una battaglia comune per cambiare l'Europa". E tanti auguri.

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