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Luigi Di Maio bombarda Salvini, l'invasione di campo: "La sicurezza così com'è non funziona più"

Giulio Bucchi
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Una invasione di campo. Luigi Di Maio, intervistato dalla Stampa, spiega che il sistema-sicurezza di Matteo Salvini "così com'è non funziona più". Due giorni dopo l'attentato dell'autista senegalese all'autobus di studenti a San Donato, il leader del M5s e ministro dello Sviluppo ridisegna le prerogative del Viminale, ministero affidato all'alleato leghista. "Io sono anche vicepresidente del Consiglio e leader della forza politica che ha più eletti in Parlamento, è naturale che mi occupi di temi che non riguardano solo i miei ministeri - si difende Di Maio -. Conta il fine, non il nome. Dobbiamo aiutare i cittadini e sono sicuro che la Lega la vede allo stesso modo. Conoscendo Salvini immagino sia felice di ricevere proposte concrete e ambiziose".  Leggi anche: "A me piacciono le donne. Capite perché con Salvini...". Un Di Maio fuori controllo Secondo Di Maio, "tecnicamente siamo impeccabili, politicamente possiamo migliorarci. Occorre iniziare a muoverci sulla prevenzione, non solo sulla repressione". "Credo che anche l'Italia debba iniziare a dotarsi di una National Security Strategy sul modello Usa. Ci sta lavorando il ministro Trenta, dietro la guida di Palazzo Chigi". Si tratta, in sostanza, di un "documento di strategia di sicurezza nazionale. Ormai la minaccia è cambiata. È più mutevole, ibrida, di fronte alla quale non possiamo continuare a ragionare individualmente, bisogna procedere in modo interconnesso tra Difesa, Viminale, Mit e altri ministeri, con Chigi e il coordinamento del Dis, il dipartimento dei servizi segreti. Questo ci permetterà anche di far fronte alla nuova minaccia cibernetica e mettere al sicuro le nostre infrastrutture strategiche". Questo perché, nota con un pizzico di malizia, "non c'è solo la legge sulla legittima difesa, che è nel contratto e che se anche non entusiasma il M5S, la sosteniamo perché leali".

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