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M5s, Max Bugani e la profezia nera: "Cambiare o moriremo. Le prossime elezioni? Già perse. Forse..."

Giulio Bucchi
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"Bisogna fare in fretta altrimenti il Movimento 5 Stelle morirà". A parlare, alla Stampa, è Massimo Bugani, l'eminenza grigia dei grillini, socio della piattaforma Rousseau e raccordo tra Davide Casaleggio e la Casaleggio Associati da un lato e Luigi Di Maio e i vertici politici del Movimento. Il tempo, spiega, "è quasi finito". Serve una "riforma profonda" dei 5 Stelle, alla luce di quanto accaduto a Roma con l'arresto di Marcello De Vito, presidente dell'Assemblea capitolina e storico esponente pentastellato della Capitale. Bugani sogna una "stretta": "Senza una gerarchia e senza strumenti di controllo, a livello territoriale e nazionale, capiremo con sempre maggiori difficoltà chi può essere una persona poco per bene, chi non c'entra nulla con noi, chi non sa gestire la pressione o dà di matto se le cose non vanno come vuole lui".  Leggi anche: "Mi viene da ridere". Carelli da ovazione: il deputato grillino smaschera la farsa di Di Maio Si comincia dall'eliminazione del vincolo del doppio mandato per i consiglieri comunali, "dettata dalla necessità di costruire nei territori una classe dirigente e poi portarla in regione, in Parlamento o a Bruxelles". "Le resistenze dei parlamentari e della base, nei territori, saranno forti - ammette -. Non vorranno avere qualcuno che li coordini e che ne valuti l'operato, ma devono capire che è necessario per poter crescere ancora". Lo scenario però è nero: dà per perse le regionali in Basilicata e Piemonte, "forse faremo in tempo a fare qualcosa nella mia Emilia Romagna, ma anche lì siamo molto in ritardo". Dopo l'apertura alle alleanze con liste civiche, "i primi veri effetti di questa riforma del Movimento si vedranno nel 2020. Se non possiamo vincere, forse non dovremmo presentarci. Adesso siamo al governo, e presentarci solo per partecipare non ha più senso".

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