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Giorgia Meloni al governo, la confessione del suo deputato a microfoni spenti: "Se Di Maio e i 5 Stelle..."

Giulio Bucchi
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"Io glielo direi a Giorgia Meloni: o entriamo nel governo oppure finiamo come Rifondazione Comunista; estinti". Le parole del senatore Achille Totaro al Foglio fanno scoppiare un caso dentro Fratelli d'Italia. Contattato dal Tempo, il meloniano smentisce: "Non ho mai detto che se FdI non entra al governo si estingue, così come che l'accesso all'esecutivo è l'unica soluzione alle nostre ambiguità. Ribadisco, piuttosto che la linea politica di FdI non ammette confusioni, è chiara. Siamo all'opposizione di questo governo, un'opposizione seria e costruttiva". Leggi anche: Salvini, terremoto centrodestra. I due big che strappa a Berlusconi e Meloni  L'impressione, scrive il quotidiano romano che ha sondato vari esponenti di FdI, è che il diktat interno sia "abbottonarsi" ma che il tema di un ingresso nel governo sia di nuovo all'ordine del giorno, anche a fronte di numeri che a Palazzo Madama sono ballerini. Su 315 senatori, i 5 Stelle ne hanno 107 e i leghisti 58, ma su Luigi Di Maio pende la spada di Damocle di alcune espulsioni. La Meloni conta invece su 18 suoi esponenti, che sarebbero sufficienti dunque a blindare l'esecutivo. Ma in attesa delle Europee, il timore è quello di "accostarsi politicamente al Movimento", peraltro in fase discendente. Per questo la scommessa è quella di convincere Matteo Salvini a mollare i 5 Stelle e scegliere un governo alternativo. A microfoni spenti e taccuini lontani, un deputato di Fratelli d'Italia si sbilancia: "Ovviamente il discorso cambia se i 5s dovessero uscire..".

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