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Regionali Basilicata, Paolo Becchi affossa l'M5s: "Perché per Di Maio saranno c*** amari"

Giulio Bucchi
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Cinque elezioni regionali in un solo anno potrebbero dare tutte lo stesso risultato: il centrodestra quale maggioranza assoluta nel Paese. Con tre fattori di valutazione: il successo della Lega anche al Centro-Sud, il crollo sui territori del M5s e la tenuta del centrosinistra, che mantiene gli stessi voti del 4 marzo dell'anno scorso, con sensibili segnali di ripresa.  Leggi anche: Salvini, ribaltone storico. In Basilicata oltre il trionfo, cambia il quadro Oggi si vota in Basilicata, la terza tornata elettorale nel giro di un mese e mezzo. Prima Abruzzo e poi Sardegna, con la Lega rispettivamente primo e secondo partito, centrodestra vincente dappertutto e M5s sotto di 20-30 punti rispetto alle politiche di un anno fa. Sappiamo bene che il confronto con le politiche dice poco, però risultati dappertutto negativi dicono pure qualcosa per il M5s, che non a caso sta decidendo proprio in questi giorni di modificare diverse sue regole interne. Si ripeterà lo stesso copione anche in Basilicata? In Lucania il M5S ottenne l'anno scorso più del 44% dei voti e ora c'è il rischio concreto che scenda persino sotto il 20. Il centrosinistra, dal canto suo, ha rinunciato per necessità ai feudatari della famiglia Pittella (il governatore uscente, Marcello, è ancora sotto inchiesta) puntando su un candidato debole, il farmacista Carlo Trerotola. Se non altro il centro sinistra si presenta unito. Nelle ultima settimane sta recuperando, tanto il Pd quanto i partiti coalizzati. Una campagna elettorale fatta non nelle piazze, ma non per questo priva di una certa efficacia. Nicola Zingaretti (neo segretario e pure neo indagato) ci ha provato a scaldare la piazza ma il risultato è stato piuttosto umiliante. Le piazze oggi sono tutte per Salvini, anche al Sud. Città e Paesi - Come andrà a finire lo possiamo immaginare. Il centrodestra, guidato dal generale Vito Bardi (Forza Italia), vincerà sforando o sfiorando il 40%. E a farla da padrona nella coalizione sarà ancora una volta la Lega, che potrebbe oltrepassare il 20%, triplicando i propri consensi. Forza Italia sfiorerà il 10%, grazie all'impegno di Berlusconi e Fratelli d'Italia sforerà il 5%, grazie all'impegno di Meloni. Il vero artefice della vittoria sarà Salvini, che ha saputo ancora una volta mobilitare l'elettorato e oggi tornerà di nuovo nelle piazze e non solo nelle grandi città, ma anche e soprattutto nei piccoli centri, dove la Lega otterrà risultati superiori alle aspettative. Salvini sa di essere percepito ovunque come uomo che mantiene le promesse, è l'uomo del centro, delle città, ma anche delle periferie, delle campagne. Una strategia comunicativa vincente. La brutta vicenda della morte di Imane Fadil non avrà incidenza sul voto: in vista delle regionali ci si concentra quasi esclusivamente sulle notizie locali. Semmai nuoce il continuo battibecco tra Berlusconi e Salvini sul governo, e questo alla lunga danneggia entrambi, che si trovano a livello locale ancora alleati ma contrapposti nella scelta sul candidato presidente della Regione Piemonte (si vota lo stesso giorno delle europee). Affluenza - L'affluenza in Basilicata scenderà dal 72% dell'anno scorso al 55-60%, e ciò potrebbe rivelarsi fatale per i 5Stelle, che puntano molto sul voto dei delusi e sui giovani, i veri assenti da questa campagna elettorale. Alla fine potrebbe dunque ripetersi lo stesso copione delle altre regioni, con una nuova sconfitta per i pentastellati e una nuova vittoria del centrodestra. I 5Stelle rischiano di finire al di sotto del 20% anche perché Di Maio è stato poco presente sul territorio. Dopo le elezioni politiche non passava giorno che un parlamentare dei 5Stelle fosse nella Regione, oggi poche presenze solo per dimostrare di esserci, senza mai dare seriamente l'impressione di voler essere della partita. Le nostre, ovvio, sono solo previsioni. In Basilicata il M5S poteva giocarsela, per via delle difficoltà della famiglia Pittella e del Pd. Poteva essere un bel confronto tra Salvini e Di Maio. E invece alla fine vincerà ancora una volta Salvini e la coalizione di centrosinistra sorpasserà il M5s. D'accordo, sono solo regionali e si tratta di una piccola Regione, d'accordo anche andare poco sotto il 20% come lista non è una grande sconfitta se si fa il paragone con le precedenti regionali, ma non ci si può nascondere dietro a un dito. Presentarsi alle europee con una sconfitta dopo l'altra non è certo incoraggiante. Se continua così non è da escludere a questo punto che il Pd sorpassi alle europee il M5s, tanto più dopo il recente arresto per presunte tangenti di un personaggio di spicco del MoVimento. E allora sì che per Di Maio saranno cazzi amari. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

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