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Roberto Saviano, la foto di Salvini col mitra è la prova della dittatura: "Dovrete ucciderci per farci tacere"

Gino Coala
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La foto di Matteo Salvini che impugna un mitra pubblicata dal suo spin doctor Luca Morisi ha mandato letteralmente ai matti la sinistra italiana, ma soprattutto lo scrittore Roberto Saviano, ormai pronto a tutto pur di fermare il ministro dell'Interno e chiunque gli stia intorno. Morisi aveva pubblicato lo scatto con una didascalia in cui incitava gli elettori della Lega in vista delle prossime elezioni, scrivendo che i leghisti erano letteralmente "armati". Una metafora che solo Saviano poteva prendere alla lettera. Leggi anche: Salvini e il mitra, come umilia i sinistri che lo insultano: "Il procione, il coniglio e l'unicorno" Su Repubblica l'autore di Gomorra si spinge a scrivere che Morisi ha compiuto "un'evidente istigazione a delinquere, reato che i giuristi definiscono di pericolo concreto". Secondo Saviano, Morisi, "l'alter ego social del ministro dell'Interno", ha minacciato magistratura e opposizioni di "ritorsioni armate, quindi di morte, il pericolo è concreto per definizione". L'analisi lucidissima di Saviano poi si sposta su Facebook, sospettato di essere in combutta con Salvini. Il ragionamento non fa una piega, visto che il post di Morisi non è stato mai oscurato, nonostante le "migliaia di segnalazioni", che lo scrittore deve aver contato in qualche modo. E quindi anche Facebook dovrebbe essere processato: "L'impressione è che Facebook abbia scelta. Ha scelto di ritenere quella comunicazione rispettose dei suoi standard. Dobbiamo concludere, dunque - continua Saviano - che per Facebook non può essere denunciato l'orrore genocida delle politiche di accoglienza europee, ma che minacciare di gravi conseguenze la magistratura, gli oppositori politici e chi semplicemente critica le azioni del ministro dell'Interno vada bene". E grazie all'impunità che Facebook avrebbe concesso a Morisi, Saviano sospetta che ogni suo post sia un test per verificare fino a che punto può spingersi, così da spostare il livello sempre più in là: "Per superare la Costituzione repubblicana". Proprio quella Carta secondo Saviano ha i giorni contati con Salvini al governo e soprattutto la dittatura di Facebook: "Chissà quanto durerà ancora la Costitutzione nell'era di Facebook e della sua irresponsabilità. Chissà quanto inconsapevole". Sotto sotto però Saviano ringrazia anche quei manigoldi di Facebook e quel farabutto di Morisi, perché oggi ne conosce meglio "i volti, le parole e le azioni di chi vuole spingerci di nuovo nel buco nero della Storia". Saviano quindi lancia un accorato appello a tutti i democratici civili e preoccupati: "Non vi daremo tregua e fino a che avremo fiato in gola denunceremo i vostri intenti criminali. Dovrete ucciderci per farci tacere". Vabbè Saviano, anche meno però.

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