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Matteo Salvini, retroscena sulla crisi di governo: "Non ora, ma...". La voce: tutto già deciso, addio Conte

Giulio Bucchi
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Tutti fermi, per ora. "Non cadiamo nella provocazione. La crisi non si apre adesso su Siri". Matteo Salvini, secondo un retroscena del Messaggero, placa le ire dei leghisti ma non nasconde il problema. La decisione del premier Giuseppe Conte di togliere le deleghe al sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, indagato per corruzione, è considerato uno schiaffo all'alleato Salvini, ispirato da Luigi Di Maio e dai 5 Stelle. E allora, che si fa? Leggi anche: "Perché Conte e 5 Stelle hanno accelerato su Siri". Il gioco sporchissimo contro Salvini L'aria di crisi di governo è ancora rarefatta. Difficilmente si arriverà con Siri in carica al prossimo CdM (8 o 9 maggio): il diretto interessato, probabilmente su consiglio di Salvini, si dimetterà prima per evitare un pericolosissimo voto tra ministri leghisti e grillini che potrebbe, quello sì, ufficializzare la sfiducia leghista al premier. Ma il problema, come si diceva, esiste e il nodo arriverà al pettine dopo il voto europeo del 26 maggio. Solo allora, quando i numeri elettorali non saranno più sondaggi e peseranno davvero, che la Lega chiederà la resa dei conti a Di Maio e Conte. 

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