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Stefano Allievi, parla il sociologo di sinistra: "Senza i migranti la crisi in Italia sarebbe peggiore"

Cristina Agostini
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"Gli immigrati sono essenziali a reggere il sistema Italia e questo vale ancor più in epoca di crisi economica". Stefano Allievi, sociologo di sinistra esperto di migrazioni, in una intervista a Repubblica, spiega che se non ci fossero i migranti andrebbe in tilt il nostro welfare, l'Inps andrebbe in rosso e si svuoterebbero cantieri e campi. Come se gli immigrati fosse tutti schiavi. "In anni di difficoltà economica sono proprio i migranti a pagare il prezzo maggiore, diventando il capro espiatorio di ogni problema: non c'è lavoro, è colpa loro! In verità uno dei fattori di crisi è il calo della popolazione", spiega Allievi. "Dal '95 l' Italia è in recessione demografica, siamo i più vecchi d' Europa, e questo si traduce anche in recessione economica. Un esempio: da qui a dieci anni per il calo delle nascite perderemo 55mila posti di lavoro solo tra gli insegnanti. Già oggi nel Nord Italia per ogni ragazzo under 15 ci sono due over 65. Il problema è anche europeo: da qui al 2050 il Vecchio continente avrà bisogno di 80 milioni di nuovi lavoratori per mantenere stabile la propria forza lavoro". Leggi anche: Sea Watch, alla ong far sbarcare i bambini non basta. Sfida senza precedenti a Salvini: "Entreremo a Lampedusa" E guai a dire che immigrati tolgono lavoro agli italiani: "Non c'è rapporto di causa-effetto tra immigrati e disoccupazione. I loro sono i lavori meno qualificati: sono impegnati come colf, badanti, braccianti, camerieri. Li trovi nella bassa manovalanza in edilizia, manifattura più arretrata e logistica di base, ossia guidano i furgoncini e scaricano le casse ai mercati generali. Le aziende già in crisi, senza i migranti, non troverebbero manodopera".   

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