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Giancarlo Giorgetti, il leghista scarica il premier Conte: "È di parte, governo paralizzato"

Gino Coala
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Il clima nel governo tra Lega e M5s non è mai stato così rovente, al punto che ormai lo stesso sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti deve ammettere senza tentennamenti: "Nell'esecutivo non riusciamo più a fare un ordine del giorno". Intervistato da La Stampa, il braccio destro di Matteo Salvini descrive la situazione di stallo che tiene bloccato il governo su ogni provvedimento, puntando il dito contro gli alleati grillini, ormai all'opposizione del Carroccio ben più di quanto riescano a fare Forza Italia e Pd: "Loro con i punti fermi non aiutano a risolvere i problemi, il Paese ha bisogno di sbloccarsi e loro hanno posizioni, magari legittime dal punto di vista ideologico, ma troppo ideologiche. Sono i limiti del contratto di governo, che è fondamentale, ma quando le cose cambiano bisogna aggiornarlo".  Leggi anche: Conte, l'ultimo tentativo disperato per tenere in piedi il governo: rinvia il Cdm Sarà anche, come sostiene Giorgetti, che lo stallo nel governo sia dovuto alla campagna elettorale. I contrasti tra i due alleati di governo intanto stanno "paralizzando il governo". Al punto che in occasione del Consiglio dei ministri previsto per oggi lunedì 20 maggio, il fuoco incrociato rischia di fare danni reciproci ingenti: "Il Cdm era fissato per il decreto sicurezza ora siamo in surplace come nel ciclismo. Perché è nato all'ultimo momento il decreto famiglia e lo hanno messo come contrappeso o come ricatto contro Salvini. Questi sono bracci di ferro in chiave elettorale però c'è bisogno di affrontare i temi che servono agli italiani. La campagna elettorale a tanti non interessa". Quando passa al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il giudizio di Giorgetti diventa drastico come mai finora: "La sensibilità politica lui non ce l'ha e quando lo scontro si fa duro ed è chiamato a scendere in campo fa riferimento alla posizione politica di chi lo ha espresso. Non ha i pregiudizi ideologici del mondo grillino. Ma lui non è una persona di garanzia. È espressione dei Cinque Stelle ed è chiamato alla coerenza di appartenenza". E sull'alto livello di attacchi all'indirizzi di Matteo Salvini commenta: "Fa parte del mestiere di governare, dipende dal grado di sfida che lanci. Se sfidi l'Europa per cambiare le regole è normale che ti si rivoltino contro. Pensi che a livello nazionale, in funzione anti-Salvini, hanno fatto diventare ragionevole e utile anche il cinquestelle Di Maio. Contro di noi vengono affrontati temi un po' retrò come l'antifascismo. Sui temi reali invece zero, delle cose da fare non si parla. In queste ultime tre settimane il governo è in stallo per la campagna elettorale. Doveva essere una campagna sulle cose da fare in Italia e in Europa, invece siamo rimasti alle varie ed eventuali. Al caos".

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