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Giancarlo Giorgetti non raccoglie la sfida. Conte: "Allora sfiduciami", il leghista resta a Milano

Giulio Bucchi
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Doveva essere la resa dei conti tra Giuseppe Conte e Giancarlo Giorgetti. Invece, almeno su questo punto, il CdM di lunedì sera è andato via liscio e il motivo è semplice: il sottosegretario leghista non era presente. In giornata il numero due della Lega si era scagliato dritto per dritto contro il premier, accusandolo senza giri di parole di "non essere più imparziale" e di tifare, in pratica, per il Movimento 5 Stelle. "Parole gravissime", aveva replicato uno stizzito Conte, che lo ha poi invitato a ribadire la sua tesi "in sedi ufficiali", come appunto il Consiglio dei ministri, e a "metterlo in discussione" in Parlamento. Traduzione: sfiduciarlo apertamente. Leggi anche: "Io sono pronto a farlo". Retroscena CdM, a mezzanotte il dramma politico Ma Giorgetti era a Milano, "ospite d'onore a una cena di aziende italiane negli Stati Uniti, con gli ambasciatori dei rispettivi Paesi", come spiegano fonti della Lega. Ma forse, l'assenza di Giorgetti è stato un segnale importante: uno scontro frontale in un clima già teso avrebbe potuto provocare la rottura definitiva della maggioranza alla vigilia delle elezioni. Un'eventualità che né Matteo Salvini né Luigi Di Maio volevano contemplare. Meglio dunque rinviare lo scontro definitivo a dopo il 26 maggio. 

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