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Luigi Di Maio, il retroscena: lo stipendio "extraparlamentare", la soffiata sui soldi del M5s

Giulio Bucchi
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Ha già pronto il piano B, Luigi Di Maio. E si parla di soldi. Per l'esattezza, uno stipendio extra-parlamentare. Secondo Repubblica, il leader del Movimento 5 Stelle proverà a convincere fino all'ultimo Davide Casaleggio di derogare alla regola aurea del M5s, il limite del secondo mandato. Se applicata alla lettera, falcidierà la classe dirigente del Movimento, tutti gli onorevoli sbarcati in Parlamento nel 2013 e confermati nel 2018. Unico salvo, Alessandro Di Battista che ha deciso di saltare un giro. Gli altri, a cominciare da Di Maio, potrebbero solo sperare di restare al governo in modo da strappare una poltrona da ministro, vice o sottosegretario.  Leggi anche: "Prenda esempio da noi". Casaleggio, la lezione a Salvini: imbarazzo politico Di Maio, spiega Repubblica, avrebbe spiegato a Casaleggio che senza il paracadute di un terzo mandato molti onorevoli grillini sarebbero disposti a "tradire" e cedere alla tentazione di un ribaltone, con la prospettiva di venire poi candidati con il Pd e il centrosinistra nella prossima legislatura. Se il figlio del fondatore Gianroberto non dovesse piegarsi, allora il capo politico del Movimento proverà la mediazione: "Innanzitutto l'allargamento a dismisura della segreteria politica, in modo da accogliere quanti più delusi possibili, probabilmente retribuiti dal Movimento". E poi uno stipendio "extraparlamentare" per Di Maio stesso, che salvo rivoluzioni dovrà guidare il M5s fino al 2022.

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